Nei giorno scorsi, presso la sede di CNA Parma, si è svolto un incontro organizzato da CNA Servizi alla Comunità di Parma (Mestieri Carrozzieri e Meccatronici), dove erano presenti i parlamentari eletti nel nostro territorio: Laura Cavandoli (Lega), Silvia Fregolent (IV), Ilenia Malavasi (PD), Elena Murelli (Lega) e Fabio Pietrella (FdI), che si sono confrontati con il Presidente di CNA Parma Paolo Giuffredi, il Direttore Andrea Allodi, il Presidente Regionale di Mestiere Carrozzieri Andrea Corti e il Presidente Provinciale CNA Mestiere Carrozzieri Mirco Bottazzi. Con una breve introduzione, Daniela Ottelli Responsabile CNA Servizi alla Comunità di Parma, ha aperto i lavori sottolineando il grave problema che è derivato dalla bocciatura degli emendamenti (bipartisan) al Ddl concorrenza, emendamenti che avrebbero dovuto garantire la correttezza delle pratiche assicurative, i benefici economici per gli assicurati e il rispetto del libero mercato per le imprese dell’autoriparazione. A seguire ha preso la parola l’avv. Fernando Figoni, che ha analizzato la situazione attuale in cui, con una diffusa pratica, che si può definire “una diffida pratica” che approfitta della loro posizione contrattuale, gli assicuratori inseriscono nei contratti “RC AUTO”, clausole che obbligano gli assicurati a rivolgersi a carrozzerie di fiducia delle Compagnie e impongono politiche liquidative al ribasso che non riconoscono i reali costi aziendali, a discapito, quindi, delle riparazioni a “regola d’arte” e della sicurezza stradale.

Questa modalità di agire comporta lo snaturamento dell’istituto della RC Auto, qualificandolo “consapevolmente” come contrattuale, equiparandolo di fatto all’indennizzo derivante da polizze tipo kasko e atti vandalici, per trarne i medesimi benefici in termini di franchigie, scoperti e clausole limitative. È del tutto evidente che nessuno assicura la propria autovettura per risarcire sé stesso, ma, solamente, per tenersi indenne da eventuali danni cagionati a terzi. E allora ci si è chiesti per quale motivo le compagnie impongono al proprio assicurato clausole contrattuali, in ambito RC Auto, che obbligano la riparazione presso una carrozzeria convenzionata, pena l’applicazione di franchigie e scoperti. Lo sconto sul premio di polizza appare sempre più uno “specchietto per le allodole” diretto ad applicare tariffe professionali sempre più livellate verso il basso, costringendo gli operatori del settore ad una concorrenza al ribasso. Lo sconto pubblicizzato al consumatore ricade, quindi, inevitabilmente, sull’attività degli autoriparatori e non certo su quello delle compagnie assicurative, che utilizzano le polizze RC Auto per convogliare il mercato, traendone evidenti vantaggi economici. Siamo di fronte una vera distorsione del mercato, dove chi è chiamato a risarcire i danni decide come e quanto pagarli, a scapito delle imprese di tutto il nostro comparto. Il danno è, di fatto, diventato un business per l’impresa che assicura il responsabile civile.

Oggi, risulta quindi necessario più che mai l’intervento dell’A.G.C.M. poiché le compagnie Assicurative approfittano della loro posizione di mercato chiudendo l’accesso ai potenziali concorrenti o, ancora, attuando politiche che taglino fuori le imprese che competono sullo stesso mercato.

Si auspica, inoltre, una modifica all’art. 148, comma 11-bis, del C.d.A., nel quale venga sancita l’impossibilità delle compagnie assicuratrici di adottare clausole limitative della libertà di mercato e della responsabilità in ambito RC Auto, ovvero una modifica/integrazione del seguente tenore: “in tale ambito, nei confronti del danneggiato, sono da considerarsi nulle le clausole contrattuali limitative del danno e della responsabilità”. Dopo l’intervento dell’avv. Figoni, hanno preso la parola i parlamentari presenti che, unanimemente, hanno espresso soddisfazione per l’organizzazione dell’incontro e condiviso le considerazioni esposte. Tutti si sono impegnati a portare, prima in commissione parlamentare e, successivamente, in aula, le istanze avanzate dalla tavola rotonda.

Andrea Corti, Presidente Regionale di Mestiere Carrozzieri, ha affermato “In Italia si stima che esistano circa 14.000 piccole o micro-carrozzerie, mentre dall’altra parte sono solo tre le grandi compagnie che definiscono il mercato assicurativo italiano: una concentrazione di potere sproporzionata che sfocia in una forma di pressione sulle piccole imprese, in un rapporto economico fortemente sbilanciato. Alla soddisfazione per l’approvazione della legge 124 del 2017, che sanciva la libertà assoluta dell’automobilista di scegliere il proprio riparatore di fiducia “ottenendo per legge l’integrale risarcimento del danno”, non sono seguiti gli opportuni controlli da parte degli enti preposti, per cui i grandi gruppi hanno continuato come se la legge non fosse stata approvata. Questo stop alle regole non solo compromette il libero mercato, la concorrenza e la libertà di scelta, ma anche la qualità dei servizi che in un regime di pseudo monopolio pregiudica la qualità dei servizi in mancanza di effettivi competitors. Altro argomento rilevante è quello della riparazione antieconomica. Vista la vetustà del parco macchine in Italia, le compagnie stabiliscono che una macchina di più di 12 anni valga 1.000 Euro e non di più. A questa valutazione del mezzo non corrisponde però un adeguamento del prezzo della RCA che rimane come se il veicolo fosse nuovo ma, nel momento in cui deve essere riparato, viene considerato vecchio. In conclusione, il lavoro degli autoriparatori è molto delicato e importante perché deve tutelare i lavoratori e le famiglie, ma anche garantire gli utenti finali, con un servizio sicuro e affidabile”.

 

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