Parma terza provincia in regione a trainare l’economia con valore aggiunto a +5,6% (-8,9% nel 2020), di poco superiore al regionale (+5,5%). Industria e costruzioni guidano la ripresa, i servizi crescono ma a un passo più lento. Attesi entro il 2022 i livelli pre pandemia

L’ufficio Informazione economica della Camera di commercio di Parma mette a disposizione gli scenari di previsione ad aprile 2021, elaborati dal sistema camerale regionale su dati Prometeia. Il quadro di ipotesi su cui si fonda lo scenario è quello di una crescita del prodotto mondiale che, subìto uno shock da pandemia da Coronavirus nel 2020 meno ampio di quanto inizialmente previsto, torna a crescere rapidamente nel 2021, con una stima lievemente meno profonda per la recessione del 2020 e con una prospettiva di ripresa parziale un po’ più sostenuta per il 2021. Ricordiamo che a livello globale la pandemia ha causato un -3,9% di Pil con cadute pesanti in America latina (-7,6%), India (-7,0%) e in area euro (-6,8%). Dati positivi solo in Cina (+2,2%). In Europa i valori peggiori in Spagna (-11,0%), Gran Bretagna (-9,7%) e Italia (-8,9%). Tuttavia si è assistito ad una riduzione del valore aggiunto nazionale inferiore alle previsioni (-8,6%) con un’ipotesi di ripresa a +4,7% nel 2021 e +4,3% nel 2022, dovendo ugualmente attendere il 2023 per sperare di tornare ai livelli pre pandemia. Stessa evoluzione ha seguito il valore aggiunto regionale che si è ridotto meno del previsto nel 2020 (-8,7%) e che si stima risalga a +5,5% nel 2021 e +4,6% nel 2022.

Analizzando la composizione del valore aggiunto provinciale (+5,6%), si stima che saranno l’industria (+10,7% anziché il 7% inizialmente previsto a Parma; +9,3% regionale) e le costruzioni (+9,7% a Parma e +11,6% regionale) a trainare la ripresa, mentre nei servizi il passo, pur positivo, sarà più debole (+2,9% a Parma e +3,8% regionale). Infine l’agricoltura: da -4,8% a Parma nel 2020 (-1,5% regionale) si stima un recupero nel 2021 (-1,9% a Parma, -1,5% regionale) e nel 2022 (+2,7% a Parma; +2,9% regionale).

Nel 2020 la recessione ha picchiato duro sulle regioni del nord ma le prospettive di ripresa dovrebbero aiutare Parma a risalire. Attualmente, con il suo +5,6% nel 2021, è terza in regione dopo Modena (+6,6%) e Reggio Emilia (+6,0%). Il dato medio regionale è invece pari a +5,5%). Sempre secondo Prometeia Parma si posiziona infine al sesto posto nazionale (guadagnando una posizione dal 2020) e terzo regionale in classifica 2021 delle province italiane per valore aggiunto per abitante (valori correnti) dopo Milano, Bolzano, Bologna, Modena e Firenze.

L’export parmense che, a differenza del resto della regione, è stato l’unico a registrare nel 2020 un +0,9% di volume di vendite verso tutto il mondo, contro una diminuzione % del dato medio regionale di 8,2%, registra qui stime di variazioni % di valore aggiunto pari a +1,4% nel 2020, +8,3% nel 2021 e +4,1% nel 2022: crescite importanti, nel rispetto di una tradizione ormai di trend in salita. L’import parmense invece raddoppia repentinamente, passando da -12,3% nel 2020, a +23,7% nel 2021 e a +17,4% nel 2022, a sottolineare la conferma della ripresa.

Purtroppo le chiusure/limitazioni imposte dalla pandemia e la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie (-2,7% nel 2020, +4,9% nel 2021, +3,2% nel 2022) potrebbero frenare la ripresa dei consumi.

Il mercato del lavoro. Dopo un calo di unità di lavoro a Parma di -10,2% nel 2020 (in linea col dato regionale e nazionale), il dato dovrebbe migliorare, arrivando a +6,0% nel 2021 e +4,3% nel 2022. Il tasso di disoccupazione a Parma passare da 5,8% del 2020 a 7,0% del 2021, fino a 7,2% del 2022. Gli occupati da -1,0% del 2020 a -0,3% nel 2021 e 0,6% nel 2022, in linea col dato regionale per il 2021 e 2022.

I settori. Nel 2020, in corrispondenza di un -8,9% complessivo di variazione sul 2020, le maggiori stime di riduzione si sono registrate nei servizi (-9,4%), nelle costruzioni (-9,1%) e nell’industria (-8,0% per cento), mentre il calo più contenuto si è avuto in agricoltura (-4,8%). Nel 2021 la ripresa si ipotizza parziale soprattutto nei servizi (+2,9% nel 2021 e +4,2% nel 2022), dove le limitazioni ancora in atto in particolare nel settore turistico-ricreativo possono rallentare la ripresa. Più rapida sarà invece nell’industria e nelle costruzioni che potranno trarre beneficio dalle misure di incentivazione della ristrutturazione edilizia e dai piani di investimento pubblico.