Il 2020 è stato l’anno della pandemia e dell’accelerazione sulla trasformazione digitale. Dall’indagine del sistema informativo Excelsior, nel 2020 – rispetto al periodo pre-covid-19 2015-2019 – si è investito in tecnologia, modelli organizzativi e modelli di business

Le direttrici del futuro dello sviluppo produttivo del Paese e la risposta alla crisi dovuta al Covid-19 passano dal digitale. Non solo per i contenuti del PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza), ma anche per la risposta già messa in piedi autonomamente dal sistema produttivo nell’anno della pandemia. L’indagine Excelsior ha approfondito gli investimenti in digital transformation nel 2020 analizzando, con le imprese intervistate, tre ambiti di intervento: la tecnologia, il modello organizzativo aziendale e lo sviluppo di nuovi modelli di business.

La risposta alla pandemia, in termini di trasformazione digitale ha preso alcune direttrici:

  • è aumentato il numero di imprese che ha investito in trasformazione digitale rispetto al periodo 2015-2019;
  • all’interno dell’insieme delle imprese che hanno investito, sono aumentate quelle che hanno effettuato investimenti strategici in tecnologie, organizzazione e modelli di business.

Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019, il 53,5% delle imprese ha dichiarato di avere investito in almeno uno degli ambiti della trasformazione digitale, mentre nel 2020 questa quota di investimenti sale al 65,2%.

Analizzando il dato per macrosettori di attività, in Italia il settore dell’industria passa dal 53,6% del periodo pre-covid al 66,8% del 2020, quello dei servizi dal 53,5% al 64,5% del 2020. Elevato anche il balzo del settore delle costruzioni passato dal 42,3% al 56,8%; le migliori performance nel settore public utilities che passa dall’80,2% all’88,4%.

Analizzando gli ambiti della trasformazione digitale pre e post Covid-19, a livello tecnologico, tra tutte le imprese che hanno investito nella trasformazione digitale, a livello nazionale il 42,8% di queste dichiara di aver investito in maniera strategica in Internet alta velocità, cloud, mobile, big data analytics (contro il 33% nel periodo precedente). A livello regionale si è passati dal 32% al 43% e a Parma dal 31% al 44%.; in sicurezza informatica a livello nazionale si registra un 41,2% (in regione si è passati dal 34% al 42% e a Parma dal 33% al 40%); in strumenti software dell’impresa 4.0 per l’acquisizione e la gestione di dati si registra un nazionale 37,9% (in regione si è passati da 31% a 39%, a Parma da 33% a 39%); IoT internet delle cose 28,9% a livello nazionale (in regione si è passati da 24% a 29%, a Parma da 26% a 28%); robotica avanzata il dato nazionale è al 23,5% (in regione si è passati da 24% a 27%, a Parma da 24% a 35%); realtà aumentata e virtuale a supporto dei processi produttivi il dato nazionale è al 24,4% (in regione si è passati dal 18% al 25%, a Parma dal 15% al 24%).

La pandemia ha anche innescato però un’accelerazione della trasformazione in senso digitale dei modelli organizzativi aziendali, primo fra tutti l’adozione di strumenti di lavoro agile (smart working, telelavoro, lavoro a domicilio), che in Italia sono passati dal 23,3% al 40,4% del 2020. In regione si è passati dal 25% al 41%, a Parma dal 26% al 42%. Importanti anche la quota di investimenti del 2020 nel potenziamento dell’area amministrativa a seguito della trasformazione digitale (34,1% nazionale, in regione si è passati dal 24% al 35%, a Parma dal 23% al 33%);  per l’adozione di sistemi gestionali evoluti con lo scopo di favorire l’integrazione e la collaborazione tra le diverse funzioni aziendali il dato nazionale è il 35%, in regione si è passati dal 29% al 37%, a Parma dal 31% al 35%; per i sistemi di rilevazione continua delle “performance” di tutte le aree aziendali il dato nazionale è al 33%, in regione si è passati da 26% a 35%, a Parma dal 27% al 35%; per l’adozione di una rete digitale integrata o potenziamento integrabile con reti esterne di fornitori di prodotti/servizi 28% è il dato nazionale, in regione si è passati dal 20% al 27%, a Parma dal 18% al 26%; sull’adozione di una rete digitale integrata o potenzialmente integrabile con reti esterne di clienti Business to Business 27,3% è il dato nazionale, in regione si è passati dal 21% al 27%, a Parma da 19% al 26%). Sempre a livello organizzativo si è verificata una maggiore attenzione all’adozione di nuove regole di sicurezza sanitaria per i lavoratori, uso di nuovo presidi e risk management, per cui la quota di imprese che ha investito in questa innovazione, a livello nazionale, è passata dal  28,6% al 49,5%, in regione dal 29% al 50% e a Parma dal 30% al 50%.

Infine, la contrazione macroeconomica del 2020 ha costretto le imprese a reagire rimodulando i propri modelli di business secondo alcune direttive come l’uso più profittevole dei dati per analizzare i comportamenti dei clienti, analizzare i mercati e rispondere alle nuove abitudini di consumo online e non, attraverso una maggiore personalizzazione e automatizzazione delle politiche commerciali. Per quanto riguarda la quota di imprese che ha investito in maniera strategica in nuovi modelli di business, segnaliamo che l’utilizzo di Big data per analizzare i mercati è passato a livello nazionale dal 16,7% al 27,4%, in regione dal 16% al 27%, a Parma dal 17% al 28%; l’analisi dei comportamenti e dei bisogni dei clienti per garantire la personalizzazione del prodotto o servizio offerto è passata a livello nazionale dal 28,6% al 39,9%, in regione dal 26% al 39%, a Parma dal 30% al 40%. L’incremento più alto si è avuto per gli  investimenti strategici in digital marketing: a livello nazionale si è passati dal 24,4% al 39,9%, in regione dal 24% al 39%, a Parma dal 21% al 38%.

Scarica il bollettino con lo studio sui dati annuali 2020

 

Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio di Parma