A giugno si conferma il lieve recupero di posti di lavoro nell’artigianato e nelle piccole imprese che si è avviato il mese precedente con l’allentamento delle misure restrittive. Il trend positivo è il risultato del rimbalzo dei livelli produzione e soprattutto del blocco dei licenziamenti. A giugno l’aumento degli occupati è pari allo 0,7% su base mensile consolidando il dato di maggio (+0,5%) e riportando il numero degli occupati ai livelli di febbraio scorso.

A rilevarlo è l’Osservatorio mercato del lavoro della CNA, curato dal Centro Studi della Confederazione, che analizza mensilmente le tendenze dell’occupazione nell’artigianato e nelle piccole imprese (su un campione di quasi 20mila imprese associate con circa 140mila dipendenti) dal dicembre del 2014.

Indicazioni meno positive emergono, invece, nel raffronto annuale. Su base tendenziale il numero degli occupati a giugno mostra una contrazione dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2019 e osservando il “ciclo stagionale” a giugno l’occupazione nelle micro e piccole imprese e nell’artigianato raggiunge il livello più alto in termini di occupati. Se il trend dell’occupazione nei prossimi mesi sarà in linea con gli anni precedenti il 2020 il saldo a fine anno mostrerà una riduzione intorno allo 0,7%.

Giugno scorso si caratterizza per una forte ripresa dei flussi di lavoratori in entrata e in uscita. Complessivamente le assunzioni e le cessazioni hanno riguardato il 4,7% della base occupazionale, una quota decisamente più alta di quelle registrate a maggio (3,4%) e soprattutto ad aprile (1,8%). L’aumento dei posti di lavoro registrato su base congiunturale è stato determinato soprattutto dalla ripresa delle assunzioni che hanno riguardato il 2,7% degli occupati, mentre le cessazioni hanno coinvolto solo il 2% della base occupazionale.

Dai dati riguardanti i contratti attivati nel mese emergono segnali incoraggianti circa l’andamento della domanda di lavoro nelle imprese artigiane e micro e piccole. La variazione tendenziale mensile del mese è risultata infatti ancora negativa (-14,9%) ma molto più contenuta rispetto a quelle di maggio (-25,4%) e di aprile (-80,9%). Sembra dunque che la ripresa dell’attività economica si sia riflessa prontamente sull’occupazione. Le imprese sono infatti tornate ad ampliare gli organici, ricorrendo soprattutto alle forme contrattuali più flessibili: il 78,5% dei nuovi contratti è a tempo determinato (61,4%) o di lavoro intermittente (17,1%). Per queste tipologie contrattuali si registrano variazioni tendenziali che appaiono tutto sommato contenute (rispettivamente -8,7% e -3,2%) se comparate a quelle dei contratti permanenti: tempo indeterminato -34,7% e apprendistato -33,1%.

Fonte: Ufficio Stampa CNA Nazionale

 

 

 

 

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