C’erano una volta i compleanni con la torta, i palloncini e i giochi in giardino. Oggi, invece, sempre più spesso le feste per bambine di 5, 6 o 8 anni si trasformano in veri e propri beauty party: make-up, maschere viso, smalti colorati e, in alcuni casi, trattamenti estetici veri e propri. Il tutto in saloni “a misura di baby cliente” oppure a domicilio, con estetiste (non sempre qualificate) che si occupano delle piccole ospiti come fossero adulte in miniatura.
Ma cosa c’è dietro questa moda apparentemente innocua? E soprattutto: quali sono i rischi?
In una recente intervista a Quotidiano Nazionale, Perlita Vallasciani, Presidente nazionale di CNA Estetiste, non nasconde la sua preoccupazione: “Capita sempre più spesso che le mamme chiedano trattamenti estetici per le figlie in occasione di compleanni o prime comunioni. Parliamo di manicure, ricostruzione unghie, maschere viso. Io nel mio studio dico no, ma purtroppo c’è chi queste richieste le accoglie, spesso lavorando in nero. È un fenomeno che sta dilagando, ed è una vera piaga sociale”.
Può sembrare un gioco, ma non lo è. La pelle è un organo e nei bambini è ancora in fase di sviluppo. È più sottile, più delicata e assorbe molto di più rispetto a quella degli adulti. Usare prodotti cosmetici o sottoporla a trattamenti invasivi – anche se “light” – può alterarne l’equilibrio, provocare irritazioni, allergie, e in alcuni casi danni permanenti. “Anche la semplice ricostruzione delle unghie”, spiega Vallasciani, “prevede l’uso di lampade UV e sostanze chimiche, che su una bambina possono causare traumi meccanici o addirittura asfissia della matrice ungueale. Per non parlare delle colle per le unghie finte, che possono essere ingerite accidentalmente o causare disturbi respiratori”.
Ma oltre agli aspetti sanitari, c’è un altro tema da non sottovalutare: il messaggio culturale ed educativo. Quando a 7 o 8 anni si insegna che è importante “essere belle”, truccate e curate per piacere agli altri, si rischia di costruire una visione distorta di sé e del proprio valore.
È quello che in psicologia si chiama adultizzazione precoce, ovvero l’induzione di comportamenti e aspettative tipiche del mondo adulto in età infantile. E secondo educatori e pediatri, il fenomeno è in aumento, complice anche il ruolo dei social media: TikTok, Instagram e YouTube sono pieni di tutorial di trucco per bambini, con bambine che si mettono in posa e replicano gesti da influencer.
Quando un’estetista professionista si rifiuta di fare questi trattamenti, spesso si trova davanti a clienti contrariate, che finiscono per rivolgersi altrove, magari a chi lavora senza requisiti, senza rispetto delle norme igieniche, e soprattutto senza competenze idonee.
Questo mette in luce un’altra criticità: l’abusivismo nel settore benessere, che si intreccia sempre più spesso con la disinformazione e con le pressioni di un mercato che guarda più alla domanda che alla responsabilità.


