Si è svolto ieri, martedì 21 marzo, l’incontro organizzato dalle Associazioni di Categoria con il Prefetto di Parma, per sollecitare una soluzione efficace e definitiva rispetto all’emergenza dei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese.

Presente al tavolo di discussione una delegazione composta dai rappresentanti delle Associazioni: per l’Unione Parmense degli Industriali il Presidente della sezione Costruzioni edili Carlo Bucci e il Direttore Cesare Azzali, per il Gruppo Imprese Artigiane il Presidente Giuseppe Iotti e il Segretario Generale Maurizio Caprari, per Confartigianato Imprese Parma il Presidente Enrico Bricca e il Segretario Provinciale Ivano Mangi, per CNA Parma il Presidente Paolo Giuffredi e il Presidente di CNA Costruzioni di Parma Raffaele Ghillani e per Legacoop Emilia Ovest il Direttore Loretta Losi.

All’interno di una richiesta scritta consegnata al Prefetto, le Associazioni hanno evidenziato che il Decreto Legge del 16 febbraio scorso ha approvato misure urgenti in materia di cessione dei crediti ha comportato il blocco delle operazioni di cessione dei crediti e dello sconto in fattura, ma non si è tenuto in debita considerazione il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Secondo le stime del Governo, si tratta di 19 miliardi di Euro, già maturati, che se non pagati metterebbero a rischio 90.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie in corso in tutta Italia.

Le Associazioni hanno ribadito che la prima emergenza è certamente lo sblocco dei crediti pregressi, una strada percorribile a cominciare dagli acquisti di questi ultimi da parte degli acquirenti pubblici. Un recente documento Eurostat datato 1° febbraio 2023, infatti, ha fatto definitivamente cadere l’alibi dell’impatto sui conti dello Stato, stabilendo che questi crediti sono già contabilizzati in bilancio una volta maturati. Inoltre, per incentivare gli acquisti da parte degli istituti di credito, occorre consentire immediatamente alle banche di utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie. Misure che però risultano assenti dal decreto-legge approvato dal Governo. Qualsiasi altra soluzione parziale, come l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel DL, non risolve la questione in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi.

Al Prefetto, è stato richiesto un intervento urgente presso il Governo, per dar modo alle parti sociali di contribuire a cercare di contrastare gli effetti devastanti di una mancata azione risolutiva, ma anche per dimostrare, numeri alla mano, effetti positivi sull’ambiente, sul consumo energetico e sulle finanze pubbliche dei superbonus. Effetti tali da ridurre in modo drastico, se non da annullare, l’onere reale che graverebbe sul debito pubblico italiano secondo una diffusa narrazione parziale ed imprecisa. Una vicenda tanto più grave oggi, in un contesto in cui gli ambiziosi obiettivi internazionali ed europei sull’efficientamento energetico e sulla sostenibilità ambientale impongono stabili strumenti di sostegno pubblico di medio e lungo termine per intervenire sul nostro patrimonio edilizio, tra i più vetusti ed energivori del continente.