Intervista a Raffaele Ghillani, Presidente di CNA Costruzioni Parma, oggi pubblicata sullo Speciale Mondo Casa della Gazzetta di Parma.
Architetto Ghillani, partiamo da uno dei temi caldi del momento. Ha avuto grande risalto sulla stampa nazionale la vostra indagine sul blocco dei crediti legati ai bonus edilizi dalla quale emerge l’allarme sul rischio fallimento per oltre 30mila imprese.
È una vera e propria emergenza, CNA stima che i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione, ammontano a quasi 2,6 miliardi di Euro e questo sta mettendo in crisi migliaia di imprese. Il governo deve intervenire con urgenza.
Cosa non funziona nell’attuale sistema di bonus edilizi?
Uno dei problemi principali è il caos normativo: le modifiche si susseguono in continuazione generando incertezza tra operatori e cittadini; servirebbero invece stabilità, un orizzonte temporale certo e non compresso e una semplificazione reale delle procedure. Dal momento della sua introduzione l’articolo 119 del Decreto Rilancio è stato modificato 14 volte, qualcuno ha calcolato che si tratta di una modifica in media ogni 52 giorni, per lo più tramite decretazione d’urgenza. Non è questa la strada.
Il problema delle frodi però è reale, così come è indubbio che sono entrati sul mercato soggetti non qualificati, operatori improvvisati che non danno certo grandi garanzia di qualità. Voi però vi siete opposti all’introduzione dell’obbligo di attestazione SOA anche per i lavori che beneficiano dei bonus oltre una certa soglia.
Il contrasto alle frodi è sacrosanto ma i provvedimenti adottati, “tagliati con l’accetta”, hanno creato un sacco di problemi agli operatori e ai committenti corretti, più ancora che a quelli truffaldini. Detto questo certamente le imprese serie soffrono la concorrenza di operatori improvvisati, però riteniamo che l’obbligo di SOA rappresenti solo un appesantimento burocratico e non sia la strada giusta.
Sosteniamo da sempre che serve una legge di accesso alla professione perché oggi il settore edile è rimasto uno dei pochi in cui chiunque può aprire un’impresa senza dover dimostrare alcun requisito. Inoltre è fondamentale la formazione e in questo ambito il sistema CNA-Ecipar, ha attivato corsi di formazione che hanno contribuito a qualificare le nostre imprese nel settore dell’edilizia sostenibile e dell’efficienza energetica, settori che si stanno rivelando sempre più strategici, anche in ragione dell’evoluzione normativa a livello nazionale ed europeo.
C’è poi il problema dell’aumento dei prezzi e del caro materiali, anche di questo molti incolpano il superbonus.
Anche questa è una falsa credenza: una nostra ricerca, che ha confrontato la situazione italiana con quella degli altri paesi europei, ha rilevato che si tratta di un fenomeno globale che riguarda tutti, senza differenze significative tra l’Italia e le altre nazioni che non hanno il superbonus. A livello locale posso dire che CNA ha dato un contributo importante all’aggiornamento dei prezzari di riferimento, quello edito dalla Camera di Commercio di Parma e quello regionale che viene preso a riferimento per molti appalti pubblici.
A proposito di appalti pubblici: come giudicate la legge delega appena approvata in Parlamento?
La legge delega recepisce alcune delle nostre richieste in tema di suddivisione in lotti e di criteri premiali per le aggregazioni di imprese. CNA in più occasioni ha evidenziato come il costante aumento dell’importo a base di gara abbia sfavorito la partecipazione di micro e piccole imprese, in palese contraddizione con uno dei princìpi fondamentali delle direttive europee in materia. Poi naturalmente bisognerà vedere come i princìpi della legge delega verranno tradotti nei decreti attuativi. Peraltro, in materia di appalti pubblici auspichiamo un po’ più di coraggio da parte delle stazioni appaltanti del territorio, nell’adottare quelle soluzioni che, pur nel pieno rispetto della legalità, possono favorire le imprese locali.
In due parole una visione sul futuro del settore edile? Cosa servirà?
In parte lo abbiamo già detto: soprattutto chiarezza e stabilità normativa. Abbiamo di fronte un compito immane: recuperare energeticamente e sismicamente il nostro patrimonio edilizio con milioni di immobili fra i più inefficienti e vetusti in Europa. Credo che l’efficienza raggiunta con un edificio ad alto standard energetico possa tradursi in vantaggi economici diretti per i singoli, immediatamente tangibili nel proprio portafoglio, ma anche in un aumento del valore aggiunto interno, mediante la sostituzione di materie prime di importazione, come petrolio o gas, con valore aggiunto nazionale realizzato dagli artigiani e dalle aziende produttrici e sono soprattutto le piccole e medie imprese a produrre componenti per gli edifici ad alto standard energetico.
Presto si insedierà la nuova amministrazione del Comune di Parma. Cosa chiedete al nuovo sindaco?
I prossimi mesi saranno molto importanti per il futuro assetto della città in quanto si arriverà all’approvazione del PUG, il Piano Urbanistico Generale, uno strumento nuovo che, come tutte le novità, presenta delle opportunità ma anche dei rischi. Noi valutiamo positivamente l’esigenza di contenere il consumo di suolo alla base del nuovo strumento urbanistico: occorre intervenire sul costruito per renderlo più sicuro e sostenibile. Auspichiamo che il nuovo PUG rappresenti anche un’occasione per semplificare le procedure, sburocratizzare il processo decisionale e prevedere forti incentivi alla rigenerazione anche mediante riduzione (ed esonero in alcuni casi) del contributo di costruzione. Le nostre piccole imprese, che lavorano prevalentemente a piccola scala, chiedono inoltre una maggior flessibilità normativa degli interventi sul tessuto consolidato. Sono argomenti di grande complessità e non si possono certo sviscerare nelle poche righe di un’intervista ma noi auspichiamo che ci sia da parte della nuova amministrazione una disponibilità costante al confronto con tutte le Associazioni di rappresentanza e in quella sede non faremo certo mancare il nostro contributo.