CNA Costruzioni e le altre organizzazioni datoriali con i sindacati di categoria hanno firmato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area Edilizia che si applica alle imprese artigiane ed alle piccole e medie imprese industriali dell’Edilizia e affini, scaduto il 30 gennaio del 2020 e che avrà validità fino al 30 settembre 2024.

Il rinnovo del contratto interessa una platea di 506 mila dipendenti in 126 mila imprese con dipendenti del settore dell’edilizia, che rappresentano oltre un terzo (36,1%) delle imprese attive e prevede un incremento a regime, al primo livello di 92 euro lordi sui minimi tabellari con le seguenti tranche: 52 euro nel mese di maggio 2022 e 40 euro a luglio del 2023.

L’accordo sottoscritto interviene in una fase di ripresa post-pandemia, che ha fatto registrare nel 2021 un aumento del valore aggiunto del 13,6% rispetto ai livelli del 2019. Il comparto mantiene un andamento positivo anche nella prima parte di quest’anno: nei primi due mesi del 2022 la produzione delle costruzioni registra in Italia un aumento del 18,8% su base annua, più intenso del +7,0% dell’Eurozona.

Ciò nonostante viviamo ancora una fase di grande incertezza dovuta al perdurare della pandemia, all’aumento del costo delle materie prime, al conflitto Europeo che ci impongono una specifica attenzione nel monitoraggio di questi fattori.

In questo contesto la sottoscrizione del contratto nazionale fa leva su alcuni punti che caratterizzano le specificità del mondo artigiano per aumentare il livello di competitività e di qualificazione del settore, per rafforzare la salute e la sicurezza dei lavoratori e la qualità del lavoro, in un contesto di mercato particolarmente complesso, in cui la ripresa del settore deve comunque far i conti con molte variabili critiche che vanno dall’aumento del costo dell’energia e dei carburanti alla difficoltà di reperire materie, attrezzature e manodopera specializzata.

Per questo, i punti cardine del nuovo Ccnl muovono nella direzione della qualificazione delle imprese, attraverso il riconoscimento delle professionalità degli addetti, il ricorso alla formazione, il rafforzamento della figura dell’imprenditore, della sicurezza e della formazione dei lavoratori, unita ad un sistema premiale per le imprese virtuose che contribuiscono alla riduzione del fenomeno del sotto inquadramento dei lavoratori, in una logica di contrasto al dumping.

L’accordo prevede anche una più adeguata caratterizzazione dell’elemento variabile della retribuzione centrato anche sull’andamento aziendale, attraverso un innovativo sistema contrattuale di riforma dello strumento in una logica di riduzione del cuneo fiscale.

Vanno nella direzione di valorizzare le specificità della piccola e media impresa anche le previsioni contrattuali che adattano il regime di orario di lavoro alle esigenze temporanee dell’impresa, previa comunicazione ed eventuale confronto con il sindacato, soprattutto nelle tipologie di lavorazioni tipiche del settore, quali lavori nei centri storici delle città ed interventi di riqualificazione e manutenzione di edifici situati in aree con restrizione di accesso.

È stata rivendicata la necessità che gli elementi di definizione del FNAPE dovranno essere concordati attraverso un percorso ed un confronto tra tutte le parti sociali interessate, che tenga conto il più possibile delle risultanze e degli equilibri complessivi di tutti i sistemi che lo comporranno.

CNA Costruzioni esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto che garantisce una migliore gestione dei rapporti di lavoro e consente di rafforzare il nostro sistema di rappresentanza per le imprese del settore.