Continuano ad arrivare segnalazioni e lamentele dagli operatori del settore in merito alla grave situazione dei ritardi nei ritiri degli  PFU che stanno mettendo in difficoltà le imprese, da nord a sud.

E’ un problema, che da anni grava sul settore, le cui cause risiedono lungo tutta la filiera, dal produttore fino ad arrivare al consumatore finale, passando per la filiera della raccolta. Questa complessità non fa che allungare i tempi per la risoluzione del problema, che necessita interventi differenziati e il coinvolgimento di attori istituzionali diversi.

Il problema, infatti, non nasce solo da operatori esteri  che vendono on-line sul mercato italiano in esenzione IVA e PFU, o negli  importatori/distributori che immettono sul mercato pneumatici provenienti da operazioni in evasione IVA, o dalla re immissione illegale degli pneumatici usati. Riteniamo che l’attuale crisi del sistema sia infatti frutto di una somma di questi fattori, incluso l’anello finale di questa filiera, (gommista) in cui operano soggetti irregolari che si prestano, a certe operazioni, vendita e acquisto di prodotti con modalità che sfuggono al versamento dell’iva e al pagamento del PFU a svantaggio degli operatori onesti.  Senza contare, infine, le aree grigie che abbiamo rilevato nell’ambito della raccolta del PFU.

In questo contesto, quindi, risulta difficile un’azione semplice e immediata che possa portare benefici duraturi alle imprese. CNA da tempo sta monitorando il problema ed è alla ricerca di un sistema  che tuteli a valle tutti coloro che operano onestamente e pagano anche anticipatamente il contributo per lo smaltimento.

É indispensabile un intervento serio e mirato da parte del Mite affinché:

  1. L’introduzione di pneumatici  irregolari vengano bloccati già sul confine del territorio italiano
  2. Ci siano controlli su tutti I soggetti esteri che immettono pneumatici, praticando una concorrenza sleale,
  3. Venga fatta una verifica sull’obbligo della nomina di un rappresentante in Italia,
  4. Aumenti l’attività di vigilanza del Ministero sull’operare dei Consorzi e degli altri operatori direttamente coinvolti nella gestione dei PFU;
  5. Venga aumentato il target di raccolta, parametrandolo ai quantitativi effettivi di PFU che necessitano di essere correttamente raccolti, anche applicando un equo incremento dell’attuale contributo ambientale, se necessario
  6. Venga istituito al più presto un tavolo permanente di monitoraggio e verifica , tra le varie rappresentanze della filiera,  cosi come disposto dal DM 182.

Queste sono alcune delle proposte che porteremo all’attenzione del Ministero.

Ricordiamo, infine, il ruolo attivo della confederazione nelle misure di semplificazione recentemente approvate dal Parlamento in materia di collaudi, eliminando l’obbligo per l’utente di effettuare un collaudo finale dopo la sostituzione delle ruote omologate all’origine dal costruttore del veicolo. Un cambiamento che affida alla figura del gommista una funzione di rilievo nel nuovo iter di omologazioni di nuove misure di pneumatici e cerchi.

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