In chiusura dell’Assemblea regionale di CNA Emilia Romagna, svoltasi lo scorso lunedì 19 luglio a Bologna, il Presidente Dario Costantini e il Segretario Fabio Bezzi hanno consegnato l’edizione 2021 del Premio CNA Emilia-Romagna, al Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, come riconoscimento della società civile per l’impegno corale, i valori e la solidarietà espressa dalla comunità emiliano-romagnola nell’emergenza pandemica.

Il premio, giunto quest’anno alla terza edizione, è il risultato del lavoro e della collaborazione di diversi artigiani dei nostri territori che ogni anno, a rotazione, mettono a disposizione la propria esperienza per la sua realizzazione.

Quest’anno la creazione di questa vera e propria opera d’arte è stata affidata a Karin Monica in collaborazione con Domenico Gissi di Piacenza che ha realizzato la cornice.

Karin Monica è una giovane designer artigiana e artista feltraia che da diversi anni è entrata a far parte di CNA Parma.

Nata e cresciuta in provincia di Reggio Emilia, si laurea in Beni Artistici e Culturali e incontra il feltro lavorato a mano quasi per caso. È amore a prima vista: colori, sfumature, pieghe, volumi, inserimento in oggetti, contaminazioni, legami.
Entusiasmata da queste potenzialità, segue corsi presso le più importanti feltraie di stampo internazionale, sperimenta la lavorazione del feltro ad acqua applicato in diversi ambiti e si specializza nella produzione di cappelli, nel suo piccolo laboratorio di Brescello.

Creare-crearsi, giocare e trasformare sé stessi e i propri indumenti in “opere d’arte” che ci rappresentano, che parlano di noi.

Dopo la perdita improvvisa del padre a causa del Covid, al quale era unita da una grande sintonia e complicità anche lavorativa – il padre era a sua volta scultore e pittore – Karin è stata coinvolta nel progetto per la realizzazione del premio CNA Emilia-Romagna, grazie alle sue capacità, alla grande artigianalità e alla creatività che mette suo lavoro.

Non è stato un processo creativo semplice: emotivamente doloroso per alcuni aspetti, ma terapeutico per altri. Attraverso il movimento e il gesto del “cucire” Karin è riuscita quasi ad “entrare” nell’opera d’arte in cui ha rappresentato, facendo tante sperimentazioni, un auto-ritratto del padre, la cui assenza pesa notevolmente sulla quotidianità ma che Karin si augura di riempire con il tempo di ricordi dei momenti trascorsi insieme.

Nel video il racconto del processo di creazione del premio.