“Il recente discorso al Senato del neo Presidente del Consiglio Mario Draghi non solo è rincuorante per la lucida visione che esprime sull’attuale situazione dei giovani imprenditori e lavoratori autonomi, ma getta le basi per un lavoro condiviso che come Associazione sentiamo quanto mai importante sottolineare” commenta la Presidente dei giovani imprenditori di CNA Emilia Romagna Chiara Allegri.
Il Presidente Draghi si è soffermato su punti che spesso vengono trascurati dai dibattiti politici ma che andrebbero, invece, assunti quali basi per l’elaborazione di un costrutto strategico.
Ben consci degli effetti immediati che la pandemia sta provocando, è necessario ragionare a lungo termine su quegli elementi che si possono ritenere centrali per delineare una visione di medio-lungo periodo.
“La vera priorità – continua Allegri – è non sottovalutare il motivo per cui tanti giovani talenti ogni anno scelgono di lasciare il nostro Paese, portando altrove i propri saperi e le proprie competenze. Questo rappresenta un alto costo per le nostre imprese, per la nostra capacità manageriale, per la competitività dei nostri mercati. I giovani devono restare al centro di una politica mirata, non in senso esclusivo ed immediato, quanto per delineare vere e proprie policies di investimento che formino gli imprenditori e i dirigente del futuro”.
Consideriamo l’altissimo costo dell’istruzione in Italia. Il costo per lo Stato Italiano (senza considerare le spese aggiuntive delle famiglie), dalla scuola dell’infanzia al diploma nella scuola statale “gratuita” è molto elevato: nel 2009 servivano 108.625 euro. Il percorso universitario di uno studente italiano ha un costo medio per lo Stato di 145.621 euro (fonte: Il sole 24 ore).
“Si parla banalmente di costi – aggiunge Allegri – quando i percorsi di studio e formazione sono veri e propri investimenti sull’individuo per valorizzare, nel futuro, il proprio Paese. Formandosi in Italia e emigrando all’estero in cerca di migliori possibilità di retribuzione e soprattutto di carriera, questi investimenti di istruzione sono fatti per la migliore competizione di Paesi stranieri.
“Il nemico da sconfiggere – conclude Allegri – è dunque la mancanza di incontro tra domanda e adeguata offerta del lavoro per evitare che la maggiori parte di giovani qualificati lascino l’Italia considerandolo un Paese che offre poche possibilità di carriera e poco orientato sulle grande sfide che muoveranno il piano internazionale nell’immediato futuro. Cambiare il fattore di accessibilità e velocità di carriera non è sufficiente. Occorre allargare le vedute e orientarsi verso nuove discipline che avranno il grande vantaggio non solo di creare nuovi posti di lavoro, ma di migliorare la qualità di vita, tema essenziale per un welfare state come il nostro. Di grande visione dunque le parole del Presidente Draghi che nell’unità di intenti vuole riscoprire il lato creativo, competitivo e democratico del nostro Paese. Facciamo tornare l’Italia ad essere un Paese per giovani”.