Dal 1° luglio 2020 il limite per effettuare transazioni in contanti passa da 3.000 a 2.000 Euro. La stretta all’uso del contante è una norma contenuta nel Decreto collegato alla Legge di Bilancio approvata a dicembre dello scorso anno, come ulteriore strumento nelle mani del Governo per la lotta all’evasione fiscale.

L’emergenza sanitaria ha involontariamente contribuito alla diffusione dei pagamenti tracciabili a causa della chiusura forzata di moltissime attività, in tanti hanno puntato alla vendita online. Inoltre, per limitare il più possibile i contatti non necessari e per mantenere la distanza di sicurezza, i pagamenti con bancomat sono stati caldamente raccomandati. Ecco dunque come cambia il limite dei pagamenti in contante e quali sono le sanzioni in cui si incorre quando non si rispettano gli importi stabiliti.

Il limite all’uso dei contanti a partire dal 1° luglio 2020 è pari a 2.000 Euro, salvo per il money transfer, per i quali la soglia massima resta fissata a 1.000 Euro.

Tale passaggio comporta che:

  • fino a 1.999 Euro è possibile dare soldi in contanti ad un’altra persona/azienda;
  • da 2.000 Euro in su è necessario l’utilizzo di strumenti tracciabili (bonifico bancario, carta di credito, ecc.) per poter trasferire risorse da un soggetto ad un altro.

Questo tetto subirà un ulteriore abbassamento il 1° gennaio del 2022. Infatti da quella data il limite massimo di uso dei contanti per acquisti di beni e servizi scenderà a 999,99 Euro. Oltre questa cifra sarà vietato utilizzare soldi cash per effettuare acquisti di qualsiasi genere. Si dovranno utilizzare, carte, assegni o bonifici.

Versamenti/prelievi
Nessun problema invece per i versamenti e i prelievi fatti sul proprio conto corrente – perché non trattandosi di trasferimento di denaro tra soggetti diversi non ha limiti e non incappa nelle sanzioni – e per i pagamenti rateizzati in contanti come, ad esempio, le cure dentistiche.

Previste sanzioni amministrative pesanti. Multe salatissime che andranno da un minimo di 3.000 Euro a un massimo di 50.000 Euro a seconda della gravità dell’infrazione. Tenendo presente che nella violazione sono coinvolti entrambi gli attori, ovvero chi effettua il pagamento e chi lo riceve.