Le micro e piccole imprese sono una delle categorie più esposte alla crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus, ma sono le stesse che le misure di contenimento, emanate dai Decreti e dalle recenti Ordinanze, hanno individuato come essenziali. Così i piccoli imprenditori e gli artigiani, in questo tempo difficile, con le loro competenze e il loro saper fare, sono diventati i garanti delle filiere fondamentali: quella sanitaria e quella alimentare.

“Non dobbiamo sottovalutare la gravità della situazione – interviene il Presidente di CNA Emilia Romagna Dario Costantiniil numero dei contagi continua ad aumentare per questo non deve venir meno il senso di responsabilità. Le ulteriori strette che implicano le Ordinanze regionali ed il Decreto “Cura Italia” rappresentano l’ultimo esile filo di ossigeno per i nostri sistemi economici e sociali. Misure evidentemente necessarie che riguardano tutto il Paese: oggi ci troviamo di fronte un bivio decisivo per il nostro futuro”.

“Siamo orgogliosi – continua Costantinidella reazione dei tanti imprenditori emiliano-romagnoli e del contributo che stanno dando alla tutta la comunità, dalla riconversione, ma siamo altrettanto preoccupati di ciò che accadrà al termine di questa emergenza, quando sarà il periodo della ricostruzione e della ripartenza: ci attendiamo dalla politica tutto il sostegno che questi imprenditori, a cui stiamo affidando il nostro futuro, si meritano. Quanto è stato fatto fino ad ora è utile, ma non sufficiente. CNA ha cercato di dare un importante contributo, anche in queste ore, elaborando un pacchetto di proposte emendative al decreto legge da 25 miliardi in discussione chiedendo una revisione di alcuni passaggi strategici del testo in materia di lavoro, credito, fisco e ambiente. Ma bisogna arrivare, con il decreto previsto ad aprile, a un grande piano di rilancio dell’economia e delle piccole imprese”.

Il Ministro Paola De Micheli, intervenendo in videoconferenza, ha illustrato a tutti i componenti la Presidenza regionale diverse considerazioni sull’emergenza in corso fornendo un’attenta analisi sulle tre fasi propedeutiche per il superamento di questa crisi.

“Cercare di riportare il Paese ad uno stato di normalità – interviene il Ministro De Michelisignifica attraversare tre momenti ben distinti. Il primo è l’emergenza nella quale siamo tutt’ora immersi, nonostante in alcune aree del Paese la curva del contagio lascia intravedere segni positivi sul piano sanitario non possiamo permetterci di allentare la morsa. Questa oggi è l’unica cosa da fare se vogliamo ridurre il più possibile il contagio”.

“Già dalle prime fasi di questa emergenza – continua il Ministro De Michelie in tutta la progressione delle decisioni prese ho sempre sostenuto le misure più dure per favorire il contenimento, nella piena consapevolezza degli effetti che queste misure avrebbero portato all’economia reale. Dico questo perché penso che il contenimento del virus sia la prima vera misura economica. Riuscire a limitare il tempo dell’emergenza sanitaria ci consente di avere più tempo per pensare al rilancio. Per questo la prima immediata risposta che la politica ha dato a questo problema è stata sanitaria. La responsabilità del governo in questa situazione è quella di salvare più vite possibili.”

Il Decreto “Cura Italia”, spiega il Ministro, è da intendersi come una misura finalizzata alla difesa dei redditi, non è una misura di contenimento del rallentamento dell’economia né una misura di rilancio delle imprese. Il Decreto ha voluto fornire le prime importanti risposte (25 miliardi) per la sostenibilità di un periodo nel quale è lo stesso Governo che invita una parte delle persone a non lavorare.

“Con la seconda fase prevista a metà aprile – prosegue nell’illustrazione il Ministro De Michelil’obiettivo sarà dare risposte per il contenimento del rallentamento economico. Non credo che ad aprile saremo già in grado di avere una mappa precisa e puntuale di tutti gli effetti provocati da questa emergenza, pertanto il Decreto di aprile non potrà essere esaustivo, ma certamente conterrà strumenti di  potenziamento di strumenti di liquidità delle imprese che si sono trovate a lavorare in regime depotenziato in questo periodo o di quelle che, non rientrando nei codici Ateco previsti dalle attuali misure, hanno chiuso l’attività azzerando il proprio fatturato, sebbene i costi fissi e i costi di gestione dell’impresa ovviamente non sono scomparsi. Le misure di liquidità devono servire per traghettare queste imprese fino al momento della ripresa, e il nostro obiettivo sarà quello di traghettarle in condizioni di salute sufficienti per consentire loro la ripartenza”.

Infine – conclude il Ministro De Michelila fase di rilancio. A fronte di un ciclo economico fortemente negativo, lo Stato deve diventare una rete di rimbalzo dove il peso della capacità delle imprese di rispondere al mercato si appoggia su questa rete e da questa trae quello slancio in alto necessario per tornare competitive. È vero che tutto non tornerà più ad essere come prima. Ma abbiamo la possibilità di tornare a riorganizzarci per fare in modo che tante cose possano diventare migliori di prima. Io credo fermamente che l’opportunità ce l’avremo, ma sono necessari la capacità della politica di dialogare e la capacità di CNA di mettere in campo nuove progettualità per ricostruire insieme un mondo migliore di quello che ci saremo lasciati spalle. Sono certa che abbiamo la possibilità di farlo”.

Ma CNA Emilia Romagna ha già lo sguardo rivolto al prossimo futuro, lo spiega bene il Direttore regionale Fabio Bezzi: “Oltre a seguire e a vigilare sul dibattito parlamentare in corso, stiamo lavorando, insieme a tutte le CNA territoriali della nostra regione, per fornire alla politica e ai nostri interlocutori istituzionali le nostre analisi e le idee per il futuro. Auspichiamo che il decreto legge “Cura Italia” venga chiuso nel migliore dei modi con il recepimento dei nostri emendamenti, ma le nostre aspettative sul prossimo decreto “Cura Italia BIS” sono molto più elevate ed auspichiamo che le risorse che verranno messe a disposizione per preservare e garantire il rilancio dei nostri sistemi produttivi siano di gran lunga superiori ai 25 miliardi messi a disposizione dal precedente”.

Fonte: Ufficio Stampa CNA Emilia Romagna