Il fisco pesa sempre di più sulle piccole imprese italiane:
quest’anno siamo al 61,4%, con profonde differenze nella tassazione
locale, tanto da far parlare di “pressioni” e non di una sola “pressione
fiscale”: è questa la sintesi che fotografa la complessa realtà italiana.

 

Dati
di dettaglio, quelli sul peso del fisco sulle piccole imprese nei diversi
territori italiani, contenuti nell’Osservatorio “Comune che vai, fisco che trovi”,
giunto alla quinta edizione e presentato nei giorni scorsi a Roma nella sede
CNA di Piazza Armellini, alla presenza del Segretario, del Presidente e del
Responsabile del Dipartimento Politiche Fiscali e societarie CNA, Sergio
Silvestrini
Daniele Vaccarino e Claudio
Carpentieri
. All’incontro hanno partecipato Massimo Garavaglia,
Viceministro dell’Economia e delle Finanze e il Sen. Massimo Mallegni (FI).

 

“Con Comune che vai, fisco che trovi, Cna sta facendo un
monitoraggio attento sulla pressione fiscale per una interlocuzione seria e
costruttiva, basata su dati oggettivi attorno ai quali i sindaci sono chiamati
a fornire delle risposte” ha ricordato Sergio Silvestrini, Segretario
Generale CNA, in apertura dei lavori.

 

La parola chiave è “Total Tax Rate”: l’ammontare di
tutte le imposte e dei contributi sociali obbligatori che gravano sull’impresa
tipo italiana
, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431.000 Euro, un
impiegato e quattro operai di personale, 50.000 Euro di reddito, espresso in
percentuale sui redditi. “Ci siamo chiesti se ci fosse un modo per calcolare la
reale tassazione delle imprese: l’Osservatorio sul fisco curato dal
Dipartimento Politiche Fiscali e Societarie nasce proprio dall’esigenza di
descrivere la realtà del mondo che rappresentiamo. Questo rientra nel modo di
fare rappresentanza e sindacato di impresa” ha detto Daniele Vaccarino,
Presidente Nazionale CNA.
“Con questo lavoro siamo andati al fondo delle
problematiche e, dati alla mano, abbiamo cercato di tirar fuori delle proposte”
ha aggiunto.

 

Nel rapporto si analizza il peso del fisco sul reddito delle
piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese e si arriva a calcolare, oltre
al Total Tax Rate, anche il giorno della liberazione dalle tasse, ovvero il Tax
free day
. A ben guardare la situazione emerge una realtà differente a
seconda delle città analizzate nello studio: tra Reggio Calabria e Gorizia,
dove l’imprenditore tipo sconta e beneficia rispettivamente del peso fiscale
più alto e più basso d’Italia, ci sono 20 punti percentuali di differenza:
73,4% contro 53,8%.

 

Qual è dunque la ricetta della CNA? Mettendo insieme
l’aumento della franchigia Irap dagli attuali 13.000 a 30.000 Euro, l’adozione
dell’Iri e la totale deducibilità dell’Imu sui beni strumentali, il Total Tax
Rate calerebbe al 53,5%. “Non una soluzione definitiva, ma una salutare boccata
d’ossigeno per le PMI” ha ricordato Carpentieri.

 

In allegato l’analisi per quanto riguarda il comune di
Parma
. La tabella mostra l’andamento della tassazione della piccola media
impresa nel corso degli anni che vanno dal 2011 al 2018. E’ stato calcolato il
“Total Tax Rate”, che rappresenta l’incidenza della tassazione sul reddito
delle piccole imprese di Parma comprendendo, non solo le imposte dirette sul
reddito, ma anche i tributi locali (comunali e regionali) e i contributi
previdenziali (IVS). Tale incidenza nel 2018 è risultata pari al 63,2% sul
reddito complessivo delle piccola media impresa parmigiana, ciò significa
che fino al 18 agosto prossimo gli imprenditori parmigiani
avranno lavorato per pagare tutti i tributi che gravano sulla loro impresa e
solo i redditi che realizzeranno, dopo tale data, saranno a loro disposizione.

 

Curva rossa: il primo dato che si osserva è come la quota di
reddito disponibile dei piccoli imprenditori parmigiani si sia ridotta nel
periodo osservato passando da un40,4% del 2011 ad un 37% del 2018.

Curva blu: la percentuale di incidenza delle imposte sui redditi e
contributi sul reddito dei piccoli imprenditori parmigiani è salita, nell’arco
di tempo considerato, dal 36 % al 43%.

Curva verde: l’incidenza della tassazione regionale è l’unica in calo nel
periodo considerato, questo calo si è avuto grazie al riconoscimento (avvenuto
dal 2015) della quasi totale deducibilità del costo del personale dipendente
dalla base imponibile ai fini irap che ha fatto diminuire l’incidenza di
quest’ultima imposta sul reddito degli imprenditori parmigiani.

Curva nera: l’andamento dell’incidenza dei tributi comunali sul reddito
dei piccoli imprenditori parmigiani nel periodo di osservazione, dopo una
brusca impennata che ha portato l’incidenza dal 9,7% al 16,7% dal 2011 al 2012
è leggermente e gradualmente calata assestandosi intorno al 14%.”