Cara Collega, Caro Collega,

 

nella seduta del 10 aprile il Consiglio della Camera di Commercio era
chiamato a deliberare sulla proposta di Unioncamere condivisa con il Ministro
Carlo Calenda di aumentare del 20% il diritto camerale pagato dalle imprese per
finanziare quattro progetti attivi nel Piano Industria 4.0. Se concettualmente
l’idea avrebbe potuto essere condivisibile, CNA Parma fin dalla prima lettura
dei progetti, ha espresso forti riserve nel merito e fin da allora ha
mantenuto, attraverso i sui rappresentanti nella Giunta e nel Consiglio
Camerale, l’orientamento di votare contro tale richiesta.

 

Di seguito desidero
sintetizzare i motivi che ci hanno
convinto a votare no e che consentiranno nel prossimo triennio di far
risparmiare alle imprese
di questo territorio un importo compreso tra i due
milioni e settecento e i tre milioni di Euro.

 

CNA ha votato No, come dichiarato nel corso del
Consiglio perché:

– ha ritenuto che stante il perdurare dell’incertezza
economica una richiesta di tal specie fosse improponibile per il nostro sistema
economico

– che la maggior parte delle imprese del territorio,
per la loro tipologia, avrebbe rischiato di essere esclusa dalla possibilità di
partecipare ad alcuno dei progetti ipotizzati, che peraltro in molti casi sono
già strutturati nelle associazioni di rappresentanza che operano nel nostro
territorio

– la procedura seguita e stata irrituale posto che
risponde alle richieste del ministero anziché partire dalle specifiche
sollecitazioni e dai bisogni espressi dalle imprese insediate nei territori

– noi crediamo, come anche evidenziato da Rete Imprese
Italia nella nota inviata ai vertici di Unioncamere, che vada salvaguardata
l’esigenza di riconfermare lo spirito della riforma camerale che assegna alle
camere medesime l’iniziativa, condivisa con i sistemi associativi locali, di
individuare progetti e obiettivi “a misura” delle economie territoriali, perché
solo in questo caso si può garantire che tutte le imprese chiamate a versare
siano le effettive beneficiarie degli interventi
 

Da ultimo riteniamo che, se il Ministro Calenda deve trovare risorse
finanziarie per sostenere l’agenda di Industria 4.0, si debba assumere la
responsabilità nei confronti delle imprese di decidere l’aumento del contributo
camerale dopo che per due anni il Governo ne ha propagandato la diminuzione
fino al 50%. Non scarichi sulle Camere di Commercio e sulle Associazioni che le
compongono la responsabilità di questo o di futuri aumenti.


Cordiali saluti

Il Presidente

Gualtiero Ghirardi