Ci provo. Provo a esporre i motivi essenziali per cui una società, una civiltà, un paese, sono più vivibili di altri. Perché è inutile far tante storie, si può e si deve essere aperti alla più abbondante molteplicità di culture, idee, esperienze, ma non si può e non si deve scivolare nel relativismo: ci sono posti dove l’esistenza umana è più valorizzata e altri dove lo è molto meno, punto. Ecco allora qui le mie sette, fondamentali unità di misura, intorno ai quali costruire una società più ricca di felicità.
- Le possibilità di scelta
È molto semplice alla fine: dove ci sono più opzioni, più scelte possibili, quella è una situazione migliore. Vale per gli scenari della politica, della fede, del lavoro, del mercato, e vale per tutte le circostanze della nostra esistenza. Dove e quando siamo liberi di scegliere, significa che non possiamo lamentarci. Dove e quando siamo liberi di scegliere di più, significa che ce la stiamo passando bene; - La valorizzazione del femminile
Se una persona, un gruppo, una cultura, una società, un modello di pensiero e di vita, mette al centro la ricchezza vitale del femminile, allora possiamo fidarci, altrimenti no. Non parlo semplicemente di rivendicazioni e di riconoscimenti sociali: sto parlando di assumere come parametro assoluto la potenza del mistero vitale del femminile. La misoginia è forse il più orrendo crimine contro la vita stessa; - La più ampia circolazione delle idee, dei linguaggi, dei progetti
Una società dove la comunicazione smette di funzionare a senso unico e diventa condivisione perché muove contatti, confronti, relazioni, una società dove non siamo più spettatori o pubblico passivo ma produttori di contenuti: questa è una società dove è molto più facile crescere e far crescere tutto quanto; - La protezione e la crescita dei bambini
La valorizzazione delle ragazze e dei ragazzi che saranno i protagonisti del futuro prossimo. Perché mentre noi parliamo di evoluzione, loro sono evoluzione, e farli sentire importanti, aiutarli a elaborare il loro senso di se stessi è una vera missione antropologica; - La libertà di ricerca e di sperimentazione
Perché il miglioramento delle condizioni di vita dell’intero pianeta – dalla durata e qualità della nostra esistenza fino alla salvaguardia e all’incremento delle risorse ambientali e naturali – passa per lo sviluppo della ricerca medica, scientifica, tecnologica. È innanzitutto grazie alle scoperte dei ricercatori se finiamo per essere sempre un po’ migliori di prima; - La promozione della responsabilità personale
Perché è quando gli esseri umani smettono di essere considerati e di considerarsi pedine di un grande schema, di una dottrina, di un’ideologia, di un sistema, e si prendono la responsabilità delle proprie scelte e azioni, che una società e una cultura possono davvero dirsi vivibili. Tanto più che sentirsi responsabili in prima persona è in questo nuovo mondo non soltanto più gratificante ma più vantaggioso; - Priorità all’Innovazione
E poi al centro della società, dell’esistenza condivisa, dovrebbe esserci chi fa, costruisce, progetta, innova, allarga frontiere. Tutte quelle persone, tecniche, sentimenti, idee, valori, linguaggi, che in un modo o nell’altro evolvono la vita, che la espandono. Questo dovrebbe essere il prototipo, quello che può motivare tanti a modellarsi su questa attitudine.
Dite che una società così ancora non c’è? Mi sa che è vero: motivo in più per provare con tutte le nostre forze a costruirla, no?
Fonte: www.centodieci.it