Questa indagine rivela che, nei primi tre mesi del 2015, un piccolo esercito di “under 35” ha deciso, coraggiosamente, di mettersi in proprio. Delle oltre 115mila imprese nate tra gennaio e marzo, infatti, più di 35mila, pari al 31 per cento, sono condotte da giovani.
Il 36 per cento delle nuove imprese giovanili ha sede nelle regioni meridionali. E una su tre è guidata da un imprenditore nato fuori dai confini nazionali.
“La voglia d’impresa in Italia è nel Dna, ma anche nell’aria, se è vero che tanti giovani imprenditori sono nati all’estero – sottolinea Silvestrini – ma è evidente che soprattutto le imprese neonate, organismi delicati come un bambino, hanno bisogno di un ambiente amichevole.
E, quindi, servono in primo luogo provvedimenti mirati alla sburocratizzazione e all’alleggerimento fiscale, dei quali ovviamente possano giovarsi tutte le imprese”.
“Per le nuove imprese si potrebbe partire – conclude Silvestrini – rendendo operative leggi che già esistono. E’ il caso dei mutui agevolati per nuove imprese costituite da giovani. Un intervento entrato in vigore il 24 dicembre del 2013 ma non ancora operativo. E sul quale andrebbe premuto l’acceleratore. Perché ripresa fa rima con impresa, a patto che nessuno soffochi le imprese nella culla”.
Fonte: comunicato stampa CNA