Come sarà nel
2015 la tassazione complessiva sulle piccole e medie imprese? Che effetti avrà
l’abolizione della componente lavoro dell’Irap? Come sono andate le cose,
numeri alla mano, negli anni 2011, 2012, 2013 e 2014?

A
rispondere a queste domande ci ha pensato il “Rapporto 2015 – Comune che vai fisco che trovi” dell’Osservatorio
permanente della CNA Nazionale sulla tassazione delle PMI, curato dal Centro
Studi CNA e dal Dipartimento politiche fiscali.

Al centro dell’analisi,
l’andamento della tassazione locale e nazionale tra il 2011 e il 2015
,
sulla base di una simulazione riferita a una impresa manifatturiera
rappresentativa del tessuto economico italiano (nel caso specifico, un’azienda
individuale con quattro operai e un impiegato, operante in un laboratorio
artigiano di 250 metri quadrati, con un negozio destinato alla vendita di 175
mtq e relativi macchinari e arredamenti, oltre che di un automezzo).

A Parma scopriamo così che in cinque anni
il peso dell’IMU più la TASI è più che raddoppiata (da 2.665 a 6.007 euro) e la
TARI ha visto un lieve aumento (da 2.071 a 2.126 euro).

Le
buone notizie arrivano dal sensibile calo dell’IRAP, che si è più che dimezzata
(da 6.240 a 2.516 euro). E’ proprio grazie all’intervento sull’IRAP se il
reddito netto disponibile di questa impresa (di cui si ipotizzano ricavi per
431mila euro, costi del personale per 165mila, costo delle materie prime per
160.000, altri costi ed ammortamenti per 56mila con un reddito ante-imposte di
50mila euro), rispetto al 2014 sia in aumento del 5,8% (mentre su base
quinquennale la perdita si attesta al 10,4%)

Numeri che complessivamente posizionano Parma lontana dalle zone
virtuose.

La
graduatoria stilata su 113 città, ci vede, infatti, all’33esimo posto su scala
nazionale, mentre in regione siamo secondi solo a Bologna.

L’Osservatorio
fissa anche il tax free day, cioè il
giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per
pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito disponibile
per il titolare e per la sua famiglia.  Data che, per quanto ci riguarda,
cade il 20 agosto. Che poi sarebbe come dire che la nostra ipotetica impresa parmigiana
per i due terzi del suo tempo lavora per pagare le tasse…

 

Ecco la
classifica relativa alla tassazione 2015 nelle città emiliano-romagnole

 

Città

Piazz. nazionale

Reddito disponibile

Tax free day

% Incidenza

imposte/tributi

% incidenza

Irpef + Ivs

% incidenza

tributi locali

Bologna

13.530

22 settembre

72,9%

38,9%

34,0%

Parma

33°

18.082

20 agosto

63,8%

40,7%

23,1%

Forlì

35°

18.259

19 agosto

63,5%

41,0%

22,5%

Cesena

40°

18.444

17 agosto

63,1%

41,4%

21,8%

Piacenza

53°

19.167

12 agosto

61,7%

40,6%

21,1%

Rimini

68°

19.728

8 agosto

60,5%

40,7%

19,8%

Ravenna

69°

19.770

8 agosto

60,5%

41,2%

19,3%

Modena

81°

20.123

5 agosto

59,8%

41,3%

18,4%

Ferrara

90°

20.335

3 agosto

59,3%

40,9%

18,3%

Reggio E.

99°

20.842

31 luglio

58,3%

41,3%

17,1%

 

A
livello nazionale, nel 2015 la media del peso fiscale complessivo sulle piccole
imprese si attesterà al 62,2%, in leggerissimo miglioramento rispetto al 2014:
un calo dell’1,7% insufficiente a portare il valore della tassazione a quel
59,2% raggiunto nel 2011, l’anno zero del federalismo fiscale. Peraltro questa
diminuzione va ascritta interamente all’abolizione della componente lavoro
dell’Irap.

Tante,
invece, le differenze tra le diverse città a causa dell’elevata variabilità dei
valori catastali degli immobili di impresa, su cui vengono calcolate Imu e
Tasi, e dalle forti differenze della tassazione sui rifiuti solidi urbani, la
Tari.

A Reggio Calabria, la città
prima nella classifica 2015 per fiscalità, il Total Tax Rate tocca il 74,9% (percentuale che costringere gli
imprenditori calabresi a versare il fisco quanto prodotto sino al 29
settembre), Bologna è seconda posizione con il 72,9% davanti a Napoli (71,9%),
Roma (che l’anno scorso deteneva il poco invidiabile primato), con il 71,7%.
Quinta Firenze con il 70,9%. All’opposto, i comuni più virtuosi, si fa per
dire, sono Cuneo (dove il Total Tax Rate
si ferma al 54,5%, e dove le tasse si “mangiano” il lavoro dell’impresa sino al
17 luglio), Gorizia (55,2%), Sondrio e Belluno (55,3%), Udine (55,7%).