Nella mattinata del 30 marzo scorso, si è  riunito presso la Prefettura di Parma l’Osservatorio per la sicurezza stradale nel settore dell’autotrasporto.

A rappresentare gli Enti preposti ai controlli erano presenti il Prefetto Giuseppe Forlani, il comandante della Guardia di Finanza Salvatore Russo, il comandante della Polizia Stradale Eugenio Amorosa, il direttore della locale MCTC Francesco Baldari, la responsabile dell’Inps, mentra in rappresentanza delle imprese dell’autotrasporto insieme a CNA Fita rappresentata dal Presidente Catello De Rosa e dalla Responsabile Daniela Ottelli erano presenti tutte le altre sigle delle associazioni di categoria provinciali.

 

Il Prefetto, dopo aver salutato tutti i presenti, ha raccolto testimonianze e suggerimenti daparte di tutti i presenti allo scopo di fare il punto della situazione ed evidenziare le criticità su cui porre maggiore attenzione olter che discutere e condividere con tutti le azioni a cui dare priorità. 

 

Tra i temi maggiormente discussi:

 

– IL CABOTAGGIO

La normativa dall’inizio dell’anno è cambiata e i controlli da parte degli organi di polizia sono divenuti più semplici, ma si è in sostanza invertito l’onere della prova che ora risulta essere a carico del vettore e non più dell’organo accertatore. Si è fatto presente che la tecnologia satellitare potrebbe essere di grande aiuto alla verifica del rispetto dei trasporti in cabotaggio visto che le imprese di trasporto oggi ne fanno largo uso sui mezzi.

Si rende necessario inoltre controllare anche i committenti che utilizzano vettori esteri per trasporti sul territorio nazionale, affinchè si rendano responsabili dell’utilizzo di autotrasportatori in regola, non solo con il controllo del DURC delle imprese di trasporto italiane, ma soprattutto attraverso la verifica del rispetto delle norme dei trasporti internazionali da parte dei vettori stranieri. 

 

– LE FALSE COOPERATIVE

Si tratta di imprese che nell’arco di circa 6 mesi nascono (con lo scopo di ottenere il DURC per lavorare) e che chiudono l’attività (evadendo l’IVA). In questa categoria di imprese si annidano anche imprese mafiose e malavitose. E’ emersa la necessità di far meglio circolare le informazioni tra i diversi enti pubblici presenti, affinchè l’azione in fase di controllo e di repressione sia più efficace ed efficiente. I controlli devono essere estesi anche al di fuori del territorio provinciale.

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