L’esclusione dal pagamento della tassa dei rifiuti per chi
già paga lo smaltimento è una battaglia che CNA sta portando avanti da tempo e
che finalmente aveva avuto una risposta positiva dal Governo nella legge
di stabilità 2014, approvata nel dicembre dello scorso anno, ma che è stata
completamente disattesa nei fatti.


I Comuni, che avevano il compito di stilare il regolamento
per l’applicazione della TARI, hanno voluto interpretare in modo sfavorevole
alle imprese la norma che obbligava loro di non considerare, per il calcolo
della tassa sui rifiuti, le superfici “ove si formano, in via continuativa e
prevalente, rifiuti speciali, al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a
proprie spese i relativi produttori, a condizione che ne dimostrino l’avvenuto
trattamento in conformità alla normativa vigente.”


Era una novità, rispetto alla normativa precedente,
introdotta essenzialmente dal termine “prevalente” che pur correttamente
interpretato da CNA, nel senso di una maggiore giustizia fiscale che detassava
chi i rifiuti non poteva, per legge, smaltirli con la raccolta pubblica e
veniva comunque tassato, non ha avuto la medesima interpretazione da parte di
ANCI Emilia Romagna che si è premurata di suggerire, in modo quanto meno “barocco”, che eventualmente il comune poteva prevedere di escludere le “superfici occupate dai macchinari”.


CNA Parma, congiuntamente alle associazioni facenti parte di
Rete Imprese Italia di Parma, già prima della tornata elettorale che ha visto
coinvolti la maggior parte dei comuni del territorio provinciale, aveva
sottolineato, in una lettera indirizzata ai sindaci, come la tassazione dei
rifiuti fosse iniqua per le imprese che già smaltiscono in modo autonomo i
rifiuti.


Ulteriormente, con una lettera a firma del Presidente
provinciale di CNA Parma Gualtiero Ghirardi (pubblicata in calce), che aveva
indirizzato a tutti i 46 sindaci della provincia di Parma, comunicava loro la propria
disponibilità e l’invito a collaborare per la stesura del regolamento comunale
sulla TARI.


Invano, perché solo una dozzina di sindaci si è, quanto meno,
degnato di rispondere, e di essi solo il comune di Salsomaggiore Terme, grazie
all’attenta considerazione dell’Assessore Marco Trevisan, ha modificato in modo
positivo la bozza predisposta del regolamento comunale.


Una recente nota interpretativa del Ministero dell’economia
e delle Finanze dà ragione a CNA e oggi ci troviamo nella situazione che la quasi
totalità dei regolamenti comunali sull’applicazione della TARI della provincia
(45 su 46 in totale) sono contrari alla norma con conseguenze non ancora ben
calcolabili.


CNA Parma chiede ai sindaci di modificare fin da subito i
regolamenti comunali sulla TARI, applicando la legge. Ma non basta: è
necessaria una revisione dei contratti tra i Comuni e gli enti gestori del
servizio rifiuti; che ogni comune arrivi alla cosiddetta “raccolta puntuale”;
che siano ridefinite le ripartizioni del prelievo che riguarda la parte
variabile della tassa, tra utenze domestiche e non domestiche, in base ai metri
quadri effettivi; che vengano proposte agevolazioni
per le attività economiche site nelle frazioni dei comuni; che i circoli
privati e simili, per la parte di somministrazione, siano equiparati ai
Pubblici Esercizi; che il termovalorizzatore esistente nel nostro territorio
sia una risorsa per diminuire la tassazione dei rifiuti; che i regolamenti  siano uniformi a livello provinciale. Questi
sono i punti che già abbiamo posto all’attenzione dei sindaci e che auspichiamo
ricevano ascolto.