Se
le imprese che hanno fatto rete sorridono, per il resto le piccole aziende
dell’Emilia Romagna hanno ben pochi motivi per essere soddisfatte in questo
2014: tutti negativi gli indici di fatturato, investimenti, export e costi su
personale e consumi. È questa la sintesi dei risultati del progetto “Distretti
2” e dell’analisi congiunturale sull’Osservatorio TrendER per il primo semestre
2014, presentati il 5 novembre scorso in un convegno da CNA Emilia Romagna al
Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.

 

La nostra regione è la seconda in Italia per numero di contratti
di rete
, sono 1.107 le imprese che hanno utilizzato questa nuova forma di
aggregazione, solo la Lombardia fa meglio con 1.997 imprese. I benefici del
fare network tra imprese sono invece testimoniati dai risultati del progetto “Dai
distretti produttivi ai distretti tecnologici 2”
avviato nel 2011 da
diversi soggetti, tra cui CNA Innovazione, col finanziamento della Regione
Emilia Romagna e il Ministero dello Sviluppo Economico. Questo progetto ha
prodotto 93 nuove reti che hanno coinvolto complessivamente 281 imprese, di cui
118 micro e piccole aziende. Questa iniziativa ha consentito l’assunzione di
quasi 300 ricercatori e ricercatrici nelle imprese delle reti, dei quali 170
con contratti non occasionali. Le reti sono nate praticamente in tutti i
settori, per quanto riguarda le province, 85 le imprese modenesi che hanno
partecipato al progetto, 81 quelle di Bologna, 42 di Reggio Emilia, 34 di
Ravenna, 31 di Forlì Cesena, 23 di Rimini, 17 di Parma, 14 di Piacenza, 11 di
Ferrara.

 

Ma di buone notizie per le piccole imprese dell’Emilia Romagna non
ce ne sono altre nel 2014. Per le imprese con meno di 20 addetti il primo
semestre 2014 segna l’aggravarsi della crisi, tutti gli indicatori registrano
decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013: il fatturato
complessivo
cala dell’8,6%, quello estero del 21,1%, quello interno
dell’8,3%, quello per conto terzi del 10,2%. E’ la rilevazione di TrendER,
l’Osservatorio regionale realizzato da Cna Emilia Romagna e Federazione
regionale delle Banche di Credito Cooperativo. Dal 2008, anno in cui è esplosa
la crisi, quelli del 2014 sono i dati peggiori.

 

La rilevazione vede un rallentamento anche sugli investimenti,
che fanno segnare un -1.3%. Di particolare intensità la diminuzione degli
investimenti in macchinari (-47,5%). Il riacutizzarsi della crisi per le micro
e piccole imprese della regione si conferma nelle dinamiche delle voci di
costo: calano le spese per le retribuzioni (-10,9%) con una brusca
interruzione alla crescita registrata nel corso del 2013. Calano per il terzo
semestre consecutivo le spese per i consumi (-7,0%) e anche quelle per
la formazione (-7%).

 

La nuova forte perdita tendenziale di fatturato coinvolge tutte le
diverse tipologie di attività, nessuna esclusa. Più decisamente perdono la manifattura
(-10,1%) e le costruzioni (-9,3%), ma anche i servizi (-5%).
Il sistema moda e la meccanica registrano le cadute più decise
(rispettivamente -14,3% e -10,9%). Il legno mobile riprende a perdere fatturato
(-4,3%) dopo la pausa di fine 2013. Le produzioni alimentari perdono il
5% del fatturato, rallentando però il ritmo dei tre semestri precedenti.
Nell’ambito dei servizi, quelli a persone e famiglie perdono il
7%, le riparazioni dei veicoli il 7,1% e i trasporti “solo” il
3,7%.

 

Fatturati in positivo solo per due delle nove province emiliano
romagnole
: Ferrara (+8,5%) e Piacenza (+0,8%). L’area più colpita è Rimini
che tra il 2011 e il 2013 ha perso 23 punti, e anche in questo 2014 fa segnare
un -11,5%. Bologna è la provincia che nel primo semestre 2014 fa segnare la
performance peggiore col -15,2%, Forlì Cesena – 12,3%, Parma -10,5%, Reggio
Emilia -8,3%, Modena -6,45 e Ravenna -1,8%.

 

“Da
questa nostra indagine – ha commentato Paolo Govoni, Presidente CNA Emilia
Romagna – emerge con chiarezza come la crisi per le piccole imprese della
regione non sia per nulla conclusa. C’è un’assoluta urgenza di intervenire per
cambiare questo trend negativo, gli interventi prioritari sono quelli che
abbiamo già indicato ai candidati alla Presidenza della Regione: finanziamento
dei Consorzi fidi per agevolare l’accesso al credito, semplificazioni contro la
burocrazia, fondi europei per favorire l’innovazione delle piccole imprese,
mercato degli appalti che non penalizzi i piccoli. Non si può aspettare che la
crisi passi da sola, occorre agire e in fretta. Il buon risultato delle reti
d’impresa dimostra che esistono strategie per invertire la rotta e CNA sta
sostenendo le imprese che intendono percorrere queste strade”.

 

Provincia di Parma

Prosegue nel primo semestre 2014 il processo di forte
ridimensionamento del fatturato (-10,5% quello complessivo) il cui indice di
livello registra il nuovo valore di minimo (è pari a 69,9 posto a 100 il 2008).

Sono in calo anche tutte le voci di spesa, fatta eccezione per la
spesa per assicurazioni (+14%): si registra infatti -7,2% per le spese da
retribuzioni, -11% per le spese per consumi, -43,5% per le spese per
formazione. La perdita di fatturato delle costruzioni (-15,5%) prevale su
quella del manifatturiero (-10,6%) e del terziario (-4,4%). Tra le attività del
manifatturiero, proseguono le difficoltà della meccanica (-16,1%), riprende
invece a crescere il fatturato del legno-mobile (+15,6%).

Nel
terziario, mentre prosegue la tendenza negativa per il fatturato dei settori
trasporti (-5,8%) e autoriparazioni (-5,6%), ritorna invece a crescere il giro
d’affari dei servizi a famiglie e persone (+4,4% dopo il -13,9% del secondo
semestre).

 

Il
rapporto integrale è scaricabile dal pagina del sito di CNA Emilia Romagna al seguente
link:

http://www.cnaemiliaromagna.it/NewsVedi.php?id=9946

mentre l’allegato
riguarda i dati e i grafici la sola provincia di Parma.