Il sistema definito dal DPR 43/2012, di recepimento della normativa comunitaria sui cosiddetti F-Gas si basa sulla doppia certificazione: delle persone e delle imprese.

 

Poter disporre di personale certificato in misura adeguata è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per poter certificare anche l’impresa che  dovrà dimostrare all’organismo di certificazione anche di essersi dotata di un “piano della qualità” come definito dalla norma ISO 10005 e di disporre dell’attrezzatura necessaria.

 

La certificazione delle imprese dura cinque anni; nel corso del quinquennio l’organismo di certificazione dovrà effettuare delle verifiche annuali.

 

La quasi totalità degli operatori interessati ha approfittato della facoltà (dapprima prevista fino al 12 aprile, poi prorogata fino al 12 giugno) di richiedere un certificato provvisorio.

 

La durata dei certificati provvisori è di sei mesi. Salvo rari casi i primi certificati provvisori sono stati rilasciati attorno a metà marzo e dunque, se non cambia nulla nella normativa di riferimento, scadranno a metà settembre.

 

Nessun particolare problema per i certificati delle persone: in tanti , o seguendo il percorso proposto da CNA e Ecipar o mediante altri canali, hanno già superato l’esame e ottenuto il certificato definitivo.

 

La situazione  è molto  diversa per la certificazione delle imprese: al momento, e ipotizzando che il sito www.fgas.it sia aggiornato in tempo reale, sono solo quarantadue (42!) le imprese certificate in tutta Italia, solo una in Emilia Romagna.

 

Quella  relativa alla certificazione delle imprese è per molti versi la parte più censurabile della normativa relativa agli  F-Gas, con una serie di  appesantimenti burocratici a carico delle imprese difficilmente giustificabili  e CNA, insieme alle altre Associazioni Artigiane, ha tentato ripetutamente di ottenere delle semplificazioni in proposito anche se purtroppo i passi compiuti finora non hanno condotto a risultati apprezzabili. 

 

Abbiamo dunque intrapreso una strada diversa e, tramite Rete Imprese Italia (l’Associazione che riunisce tutte le Associazioni della piccola impresa tra cui appunto CNA), ci siamo fatti promotori di una serie di emendamenti al cosiddetto “decreto del fare” che introducano le semplificazioni che noi auspichiamo.

 

Non entriamo in dettagli in questa sede, diciamo solo che  se le nostre  proposte  venissero accolte anche solo parzialmente, avremmo comunque delle semplificazioni che si tradurrebbero, direttamente o indirettamente, in minori costi per le imprese.

 

Inoltre tra le nostre richieste c’è anche un prolungamento della validità dei certificati provvisori.In breve la questione è tutta qui: chi decide di certificarsi oggi rischia di spendere di più di chi si certifica domani se le nostre proposte verranno anche solo parzialmente accolte, tuttavia non c’è certezza che queste proposte passino,  il termine per la conversione del “decreto del fare” scade il 21 agosto e solo allora sapremo con sicurezza cosa è passato e cosa no.

 

D’altra parte, se non viene approvata una proroga della validità dei certificati provvisori, l’azienda rischia di avere tempi molto stretti e di non riuscire a certificarsi prima della scadenza del provvisorio rimanendo così “scoperta” per un tempo più o meno lungo.

 

Che fare dunque?


Non c’è una risposta univoca,  la decisione spetta naturalmente all’impresa però le valutazioni da farsi dipendono molto dalla situazione e dalla struttura dell’azienda (e anche dalla data del certificato provvisorio). Per chi si limita a installare di tanto in tanto un piccolo impianto di condizionamento domestico l’eventuale prospettiva di rimanere scoperti (senza certificazione cioè) per qualche settimana non dovrebbe essere un problema enorme; in questi casi si può pensare di approcciare la partita della certificazione dell’impresa dopo le ferie.

 

Chi invece, per l’attività esercitata o per il tipo di clientela,  non può permettersi di rimanere senza certificato nemmeno un giorno e ha il certificato provvisorio in scadenza a inizio settembre è consigliabile si attivi già da ora.Il contratto per la certificazione dell’impresa è distinto da quello per la certificazione della/e persona/e e può essere stipulato anche con altro Organismo di certificazione.Abbiamo incontrato e interpellato  diversi organismi di certificazione; finora non abbiamo formalizzato alcun accordo di collaborazione (anche se none escludiamo di farlo prossimamente), alcune proposte ci sono sembrate più interessanti di altre.

 

Certo è che anche solo l’attività di contatto e di messa in concorrenza dei vari organismi ha avuto come risultato di abbassare in modo significativo le richieste degli organismi; qualcuno con cui se ne era parlato ricorderà che a febbraio/marzo si viaggiava tranquillamente sui 1.700/1.800 euro (da distribuirsi in vario modo sul quinquennio);  oggi stiamo parlando di cifre inferiori ai 1.000 euro.

 

L’ipotesi su cui stiamo lavorando,  per ridurre ulteriormente i costi, i prevede l’organizzazione di qualche forma di percorso collettivo: incontri in aula per gruppi omogenei in cui preparare, almeno in parte, la documentazione che poi verrà presentata all’organismo in vista della certificazione; entreremo in maggiori particolari  quando sarà il momento.

 

In conclusione: chi non ha particolare fretta può attendere e verificare se ci siano cambiamenti in meglio o se la validità dei certificati  provvisori viene prorogata, in tal caso si può fare tutto con calma; con queste imprese ci sentiremo a fine agosto. Chi invece, per i motivi accennati, non può attendere può decidere di interpellare direttamente uno degli organismi di certificazione oppure, se lo ritiene, ci contatti e entreremo in maggiori dettagli che non è il caso di affrontare in questa sede.