«La pazienza dei nostri imprenditori non è infinita. Il testo del decreto del fare viaggia in direzione decisamente diversa da quella promessa dal Governo. Su ben altre prospettive si era basata la nostra apertura di credito nei confronti delle larghe intese». Lo denuncia Ivan Malavasi, presidente di R.E TE. Imprese Italia.

 

«Ci attendiamo dall’esecutivo un atteggiamento coerente con le esigenze delle imprese e del Paese. Occorre una rapida inversione di rotta rispetto a quanto successo negli ultimi giorni – sottolinea Malavasi – qui non sono in discussione solo gli interessi di milioni di imprese, ma il futuro del Paese».Le imprese si aspettavano un provvedimento che alleggerisse la burocrazia e desse impulso alle attività, i risultati sono purtroppo antitetici. Chiedevamo l’abolizione della responsabilità solidale negli appalti, e troviamo invece ulteriori adempimenti con l’introduzione del Durt, un nuovo mostro…. Volevamo un potenziamento del Fondo centrale di garanzia e abbiamo ora uno stravolgimento delle finalità del Fondo stesso, piegato alle esigenze di banche e di grandi imprese.

 

Reclamavamo l’esigenza di interventi volti a sburocratizzare la sicurezza sul lavoro e sono state introdotti invece ulteriori oneri e complicazioni, che non incidono sulla sicurezza sostanziale dei lavoratori e aggravano i costi per le imprese.«Il decreto del fare era stato presentato come una spinta destinata a favorire le imprese, ma si sta trasformando nel suo opposto – sottolinea polemicamente Malavasi – con più burocrazia, maggiori costi e minori facilitazioni. Il Parlamento sembra operare come se l’Italia non fosse un Paese in crisi che solo le imprese possono cercare di risollevare. Ci pensi il governo – conclude Malavasi – a rimettere il timone sulla giusta rotta».

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