E’ come ben
sappiamo un momento particolarmente difficile per l’economia italiana,  lo è anche per gli installatori,  soprattutto per quelli più legati al ciclo edilizio
che notoriamente  sta attraversando la
peggiore crisi  dal dopoguerra. In una
situazione del genere molto pesante di suo ci si mette purtroppo anche il
legislatore a complicare la vita alla categoria con provvedimenti del tutto
insensati; ci riferiamo alla delicata vicenda  della qualificazione degli installatori di
impianti da fonti rinnovabili introdotta dall’articolo 15 del Decreto
Legislativo n. 28 del 2011.  Si tratta di
una normativa che introduce un inedito sistema di qualificazione degli installatori
che operano sugli impianti alimentati da energie rinnovabili: fotovoltaico,
solare termico, geotermia, biomasse ecc….Per comprendere bene l’impatto di
questa norma occorre però richiamare alcuni contenuti del DM 37/08, la norma
che ha sostituito la L. 46/90 come norma quadro del mondo impiantistico; la
parte che ci interessa è l’articolo 4, dove si elencano i requisiti che deve
possedere il Responsabile Tecnico di un’impresa abilitata. I diversi casi sono
indicati da lettere:

a)   laurea in materia tecnica specifica;

b)   diploma di scuola secondaria e almeno 2 anni di inserimento
in azienda

c)   titolo di formazione professionale ed almeno 4 anni di
inserimento in azienda

d)   esperienza di almeno 3 anni come operaio specializzato nel
settore;

Ebbene l’articolo
15 del  Dlgs 28 prevede che i
Responsabili tecnici di cui alle lettere “a” e “b”, laureati e diplomati cioè,
siano automaticamente abilitati anche per l’installazione di rinnovabili. I
Responsabili tecnici di cui alla lettera “c”, chi cioè ha un titolo di
formazione professionale, per essere abilitato dovrà frequentare dei corsi di
formazione  di una durata del tutto
sproporzionata: partiremmo da 80 ore per l’elettricista che volesse ottenere
l’abilitazione per i soli impianti fotovoltaici 
per arrivare fino a 200 ore (!) per un Responsabile tecnico che volesse
abilitarsi per solare termico, biomasse e geotermia. Duecento ore!

Ma questa
non è nemmeno la previsione peggiore di questo sciagurato articolo:
infatti  la norma si “dimentica” del
tutto dei Responsabili Tecnici di cui alla lettera “d” (quelli cioè che non
possono vantare titoli di studio e hanno maturato i requisiti mediante la sola
esperienza professionale) che dunque non avrebbero la possibilità di
qualificarsi nemmeno frequentando quei corsi di durata esagerata previsti per i
responsabili tecnici qualificati coi requisiti della lettera “c”.

E’ di tutta
evidenza l’assurdità di questa previsione: a partire dal prossimo agosto, data
in cui il nuovo sistema dovrebbe entrare in vigore, queste imprese si
vedrebbero del tutto tagliate fuori dal mercato delle rinnovabili, cioè uno dei
pochi settori in cui ancora si muove qualcosa. E’ difficile fare stime esatte
di quante sono le aziende coinvolte ma certo stiamo parlando di diverse decine
di migliaia di piccole imprese.  Non vale
nemmeno stavolta dare la colpa all’Europa: è vero che il D.Lgs 28/2011
recepisce una Direttiva Europea ma è altrettanto vero che avere declinato la
questione in un modo così insensato è stata un’invenzione tutta italiana.

Questo
problema non è uscito ieri mattina e da tempo l’Unione Installazione e
Impianti, insieme alle altre Associazioni artigiane, sta lavorando per fare in
modo che Governo e Parlamento correggano questa normativa.  Come Unione Installazione e Impianti di  CNA Parma non ne abbiamo finora parlato in
modo generalizzato: e questo è il primo articolo che compare sul nostro sito a
proposito di  questo argomento. Il motivo
di questo silenzio è presto spiegato:  siamo stati forse troppo ottimisti ma  speravamo che una normativa così insensata
potesse venire modificata in tempi rapidi  e quindi non volevamo creare inutile
allarmismi e ansie in quegli imprenditori direttamente coinvolti. Ora però la
scadenza di agosto è alle porte ed è giusto che i nostri imprenditori sappiano
cosa sta succedendo.

Qualche
motivo di cauto ottimismo c’è: recentemente si è svolta a Roma una pubblica
mobilitazione  promossa da CNA,
Confartigianato e Casartigiani a cui hanno partecipato anche parlamentari di
tutte gli schieramenti. Ne potete trovare un resoconto dettagliato qui

 http://www.cna.it/Primo-Piano/Rinnovabili-A-rischio-dal-1-agosto-80-mila-imprese-e-200-mila-installatori-di-impianti.-La-denuncia-di-Cna-Confartigianato-e-Casartigiani

sul sito di
CNA nazionale. Anche i parlamentari intervenuti si sono detti d’accordo sull’utilità
intanto di sospendere l’entrata in vigore (prevista, ricordiamo, per agosto
prossimo) della norma in questione in attesa di concordare le opportune
modifiche. Noi ci auguriamo che alle parole seguano presto i fatti ma se così
non fosse dovremo chiamare la categoria alla mobilitazione contro questa
normativa che rischia di mettere in ginocchio decine di migliaia di imprese.