La sicurezza su strada e la tutela degli utenti sono valori imprescindibili che interessano la collettività nella sua interezza a partire, in primo luogo, da coloro che sulle strade vivono e lavorano quotidianamente.
Premesso ciò, nella logica di una fattiva collaborazione, vorremmo fornire un contributo a meglio definire come si potranno, in futuro, gestire situazioni analoghe partendo da quanto verificatisi nella nostra Regione in occasione del recente blocco della circolazione dei mezzi pesanti avvenuto nei giorni 10, 11 e 12 febbraio, in occasione degli annunciati eventi atmosferici.
La categoria dei trasportatori è stata ingiustamente penalizzata dal prolungamento del divieto di circolazione dei mezzi pesanti disposto domenica sera, con un preavviso di poche ore, e con scarsissima informazione agli utenti già in sosta per effetto del divieto di circolazione vigente la domenica 10.
Ai mezzi superiori ai 75 quintali è stata inibita la possibilità di circolare dalle ore 22 di domenica 10 febbraio per gli eventi atmosferici annunciati e, in talune zone, il divieto è stato prolungato fino alle ore 6,00 di martedì 12 febbraio.
Le imprese di trasporto, sebbene attrezzate adeguatamente con pneumatici invernali e catene, hanno dovuto far stazionare i propri veicoli ed il personale dipendente sul luogo in cui si trovavano, costrette talvolta ad interrompere il loro viaggio con gravi e pesanti danni diretti ed indiretti e con pregiudizio per l’attività lavorativa delle imprese destinatarie delle merci.
Poche gocce di pioggia o qualche centimetro di neve non possono determinare il blocco della circolazione stradale. Gli Enti gestori della rete autostradale sono pagati per assicurare il diritto alla circolazione con la sola eccezione degli eventi atmosferici di eccezionale entità o durata, cosa che non si può dire di quanto verificatosi in questi giorni. In molti Paesi Europei, a noi vicini, come Austria e Svizzera, ove sicuramente l’inverno presenta caratteristiche climatiche più critiche delle nostre, si circola anche nei mesi invernali.
Non è quindi in discussione la motivazione che ha portato all’adozione dei provvedimenti di divieto di circolazione, ma le modalità di attuazione ed il ruolo delle società di gestione che avrebbero dovuto e potuto tutelare, oltre al diritto alla sicurezza, anche il diritto alla circolazione. Vale ricordare che i pedaggi, ulteriormente aumentati anche all’inizio di quest’anno, costituiscono un gettito importante per gli Enti concessionari; é proprio nelle situazioni di emergenza, o presunte tali, che la viabilità principale deve dimostrare di essere gestita in maniera adeguata ad assicurare la mobilità delle merci. Non v’è dubbio che se da parte dei concessionari fossero pervenuti alle Prefetture segnali positivi rispetto alla possibilità di assicurare la circolazione attraverso un adeguato presidio della situazione, le ordinanze Prefettizie sarebbero state adottate in altri termini. In questa circostanza, a differenza che in passato,
non si è rilevata una scarsità di mezzi tecnici e personale impiegati, data anche la modesta entità delle precipitazioni, ma ci sembra sia prevalso un atteggiamento cautelativo di non assunzione di responsabilità da parte degli Enti concessionari della rete autostradale.
Quest’ultima considerazione ci porta a rimarcare l’importanza di un confronto di merito e di un coinvolgimento delle Associazioni dei Trasportatori laddove si debbano assumere decisioni che possono avere un impatto rilevante sulla gestione della circolazione. A tale riguardo facciamo notare che le Associazioni dei Trasportatori
non sono attualmente coinvolte nella stesura del “Piano neve” annualmente definito.Sarebbe importante potersi confrontare sulla possibilità di esentare da limitazioni o divieti tutti i mezzi muniti delle prescritte dotazioni invernali.
Contributo importante al fine di prevenire l’insorgere di criticità operative è la preventiva informazione e la rapida circolazione della stessa agli utenti interessati, non affidandosi unicamente alla cartellonistica a messaggio variabile ma ricorrendo anche all’uso dei mezzi di informazione di massa, soprattutto nel caso di ordinanze emesse in orari notturni o giornate festive.