La Presidenza di CNA Parma ha
affrontato nei giorni scorsi il tema divenuto di forte attualità in queste
settimane, cercando di ripercorrere la lunga vicenda che ha accompagnato
l’evolversi del progetto viario Tirreno – Brennero, finendo per rimanere
sorpresa di fronte ad un’ipotesi che pare voler mettere da parte molti
presupposti ed altrettante opportunità su cui l’economia di questo territorio
ritiene ad oggi di poter contare.

 

“Sorprende innanzitutto
l’atteggiamento della Regione” fa notare Ghirardi “che avanza un’ipotesi di
questa portata senza averla minimamente confrontata con le realtà del
territorio espressione dell’economia, ma forse neppure con la parte politica,
al contrario di quanto avvenne quando, tempo fa, questa scelta si trattò di
condividerla”.

 

CNA Parma esprime poi stupore per le motivazioni addotte, in
buona parte pretestuosa quella dell’impatto ambientale e altrettanto poco
credibile quella dei costi. “Il costo dell’opera è sempre stato uno degli
argomenti su cui hanno fatto leva i detrattori dell’intervento” sostiene
Ghirardi “quando invece, così come avvenuto interamente per il primo lotto, i
costi sarebbero in capo al Concessionario e solo in minima parte a carico dello
Stato”.

 

Critiche arrivano dalla
Presidenza di CNA Parma, anche sull’ipotesi di collegamento con la spesso
richiamata Cispadana, ritenuta decisamente più impattante dei pochi chilometri
che separano il primo tratto di TI-BRE dal confine della Regione. CNA sostiene
poi la convinzione che l’opera stradale non possa essere ritenuta alternativa alla
costruzione della TI-BRE ferroviaria di cui si parla da decenni ma che sembra
invece riesumata ad arte in questo momento per essere contrapposta alle
argomentazioni di chi sostiene la necessità di completare il tratto
autostradale dell’arteria.

 

Guardando ad interessi che non
possono fermarsi sulle rive del Po, Ghirardi ritiene che “la TI–BRE sia
importante per un’area che va ben oltre la provincia di Parma, superando anche
un più vasto territorio che potrebbe configurarsi con le province di Piacenza,
Parma e Reggio, la TI-BRE è da vedere come strategica per un’area ben più
estesa che va dal Veneto alla Liguria attraverso Lombardia, Toscana ed Emilia.

 

L’auspicio che esprime il Presidente di CNA è pertanto quello che “il Governo
Regionale possa avere un rapido ripensamento, con l’inserimento del
completamento della parte mancante di quest’arteria tra le priorità
infrastrutturali della Regione Emilia Romagna, a cui Parma e quella parte
importante di economia che CNA ha il dovere di rappresentare, si onora di
appartenere”.

 

Segue il testo integrale della lettera.

  

al Presidente

della Regione Emilia Romagna

Stefano Bonaccini

viale Aldo Moro 52

40127 Bologna

 

all’Assessore ai Trasporti,
Infrastrutture e Reti

della Regione Emilia Romagna

Raffaele Donnini

viale Aldo Moro 30

40127 Bologna

 

e p.c:

ai Consiglieri Regionali:

Barbara Lori

Alessandro Cardinali

Massimo Iotti

Fabio Rainieri

c/o

Assemblea Legislativa della
regione Emilia Romagna

viale Aldo Moro 50

40157 Bologna

Prot. n. 62/GG

Parma 15 ottobre 2015

 

Oggetto: collegamento viario stradale Tirreno-Brennero

 

Egregio Signor Presidente,
Egregio Sig. Assessore, Egregi Sig.ri Consiglieri,

da qualche settimana abbiamo
appreso attraverso i media locali, dell’ipotesi di eliminazione del secondo
lotto dell’infrastruttura  viaria Tirreno Brennero, dalle opere
strategiche della Regione Emilia Romagna.

La Presidenza di CNA Parma ha
affrontato nel corso dell’ultima riunione il tema, cercando di ripercorrere la
lunga vicenda che ha accompagnato l’evolversi di questo progetto, finendo per
rimanere sorpresa di fronte ad un’ipotesi che pare voler mettere da parte molti
presupposti ed altrettante opportunità su cui l’economia di questo territorio
ritiene ad oggi di poter contare.

 

Prima di ogni altra
considerazione, ammettiamo di faticare a comprendere una visione della
strategia di sviluppo rivolta a questo territorio, che ci pare contrasti
nettamente con le politiche di crescita sostenute nel recente passato dalla
Regione Emilia Romagna che hanno visto questa infrastruttura porsi al centro
dello sviluppo socio–economico dell’Emilia occidentale.

Prova ne è, dopo anni di
dibattito, il recente avvio delle procedure di apertura dei cantieri per la
costruzione del primo tratto di 12 chilometri, accolto anche da noi con favore,
nell’aspettativa si colleghi a breve alla A22, per contribuire a dar sfogo al
potenziale delle molte imprese insediate e delle diverse infrastrutture, prima
fra tutte il CEPIM, al centro di un sistema cresciuto nel tempo, nella
prospettiva di velocizzare i collegamenti anche grazie al completamento di
questo importante corridoio viario.

 

Non nascondiamo peraltro la
preoccupazione, qualora fosse confermata l’ipotesi avanzata, oltre al venir
meno di un’opportunità forse unica e da tempo attesa, riguardo le conseguenze
di quella che risulterebbe un’opera soltanto iniziata, a rischio di rimanere
l’ennesima incompiuta con un ulteriore spreco di risorse pubbliche che questo
territorio subirebbe, dopo la mancata interconnessione con la ferrovia ad alta
velocità, realizzata e mai attivata: un esempio che vorremmo restasse isolato e
non certo invece da vedere replicato.

 

Senza contare sull’impatto
negativo che si estenderebbe ben oltre il territorio della Provincia di Parma,
crediamo di poter dire quanto sia difficilmente comprensibile, proprio perché
breve il tratto in progetto in territorio Emiliano può contare su un primo
stralcio che allevia di parecchio l’impegno di questa Regione rispetto alla
realizzazione all’intera opera, la giustificazione addotta sul risparmio che ne
deriverebbe, a nostro avviso e ad avviso di molti altri, imparagonabile
rispetto a quanto questo territorio potrebbe invece ricevere in cambio dal
completamento di quest’opera.

 

Così come non crediamo possa
rappresentare la miglior soluzione, l’ipotesi del prolungamento della Cispadana
fino a Trecasali per il collegamento con la A22, una strada che già ora nel
tratto Brescello – Pegognaga, sconta tutti i limiti di essere ad una sola
corsia per ogni senso di marcia, cosa che produce code interminabili di veicoli
pesanti difficili da superare, con incroci a raso ed attraversamenti di paesi,
problemi che presumiamo, si dovrebbero superare con nuove varianti o
sovrappassi.

 

Siamo certi che un intervento in
questa direzione non sarebbe meno impattante e costoso del completamento dei
chilometri mancanti per congiungere Trecasali con il confine della Regione.

 

Riteniamo infine, che la TI – BRE
non sia importante solo per la nostra Provincia e neppure solo per una più
vasto territorio che potrebbe configurarsi con le Province di Piacenza Parma e
Reggio, la TI – BRE è da  vedere come strategica per un’area ben più
estesa che va dal Veneto alla Liguria attraverso Lombardia ed Emilia.

 

Per questo auspichiamo un
ripensamento da parte del Governo regionale, con l’inserimento del
completamento della parte mancante di quest’arteria tra le priorità
infrastrutturali della Regione Emilia Romagna, a cui Parma e quella parte
importante di economia che CNA ha il dovere di rappresentare, si  onora di
appartenere.

 

Distinti saluti,

il Presidente

Gualtiero Ghirardi

 

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