La Legge di Stabilità, recentemente approvata dal Governo, è stata enfatizzata come l’inizio della riduzione delle imposte per effetto dell’abbattimento di un punto percentuale dei due scaglioni Irpef con aliquote del 23% sino a 15.000 e del 27% da 15.001 a 28.000 euro che scenderanno dunque al 22% ed al 26%.
Il taglio porterà mediamente 200 euro nelle tasche dei contribuenti e decorrerà dai redditi dichiarati per il 2013, ciò significa che il beneficio sarà avvertito già dalle buste paga e dagli assegni di pensione relativi al mese di gennaio 2013, mentre per i lavoratori autonomi, imprenditori e professionisti il beneficio si avrà solo con la dichiarazione dei redditi del 2013, ossia a giugno del 2014.

Ma la riduzione delle due aliquote Irpef più basse è accompagnata da misure di segno opposto, infatti si è posto pesantemente mano agli oneri detraibili che danno luogo alla detrazione del 19% introducendo una franchigia di 250 euro per tutte, comprese le spese mediche che avevano già una franchigia di 129 euro ed inoltre è stato posto un tetto di spesa generale di 3.000 euro; in sostanza, ipotizzando un contribuente che ha stipulato un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale pagando interessi per 4.000 euro ed ha sostenuto spese universitarie per il figlio di 1.500 euro, dovrà calcolare la detrazione del 19% al netto della franchigia di 500 euro (250 per il mutuo e 250 per le spese universitarie) e verificare che dopo la riduzione non si superi la soglia massima di spesa di 3.000 euro. Dall’esempio avremo dunque una detrazione di €.570 euro, pari al 19% di 3.000 euro di spesa massima ammissibile, mentre prima delle modifiche avremmo avuto una detrazione di €.1.045 euro, pari al 19% di una spesa complessiva di €.5.500.

L’introduzione di queste restrizioni, in deroga a quanto prevede lo Statuto del Contribuente sempre più bistrattato, decorreranno retroattivamente dall’anno 2012, cioè in corso d’opera, mentre il taglio delle aliquote decorrerà, come abbiamo visto, dall’anno 2013. Il cerchio si chiude con la determinazione di un aumento dell’Iva di un punto percentuale dall’ottobre 2013, anziché di due come si paventava, tuttavia l’impegno del Governo più volte espresso era quello di fare il possibile per scongiurarlo ma alla fine l’aumento arriva e probabilmente contribuirà anch’esso a vanificare i benefici del taglio delle aliquote Irpef.
Per essere una manovra emanata da un Governo Tecnico assomiglia molto a provvedimenti analoghi della Prima Repubblica.