“Verrebbe da pensare che al ministero dei Beni Culturali
non si rispettano le leggi dello Stato. Ponendo così una pesante ipoteca sul
futuro dell’attività di restauratore. Una professione che invece meriterebbe la
massima attenzione nel nostro Paese, depositario di un patrimonio artistico
senza pari al mondo”. Sono queste le Dichiarazioni di Andrea Santolini,
Presidente CNA Artistico e Tradizionale Nazionale.

 

Per capire da cosa derivano le affermazioni di
Santolini occorre ripercorrere quello che è successo nelle ultime settimane ed
esattamente il 21 luglio scorso quando ai fini della partecipazione al concorso pubblico per
funzionari restauratori
, il ministero ha pubblicato l’elenco di quanti
sarebbero in possesso della qualifica per parteciparvi: solo diplomati delle
Scuole di alta formazione
. Senza attendere la conclusione della selezione
pubblica ancora in corso, che avrebbe dovuto concludersi il 31 luglio, e senza
tenere conto degli altri titoli previsti nella Legge 7/2013
, che stabilisce
i necessari requisiti professionali, tra cui ad esempio la dimostrazione dei
requisiti tramite l’attività lavorativa svolta sui Beni Culturali.

 

La CNA ha deciso di fare ricorso al TAR,
 relativamente
al Bando di concorso RIPAM MIBACT per funzionari restauratori, contro
la pubblicazione dell’elenco
di coloro i quali risultano essere in possesso
del diploma conseguito presso una scuola di restauro statale di cui
all’articolo 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368,, perché i
requisiti per la qualifica di restauratore di Beni Culturali sono definiti
dalla Legge 7/2013 di modifica dell’art.182 del D.lgs 22 gennaio 2004 n. 42
“Codice dei Beni Culturali”; per cui, quando si parla di qualifica di
restauratore di beni culturali si deve far riferimento a tutti i soggetti che
ne siano in possesso.

 

Alla luce poi dell’ultima
decisione del MIBACT di prorogare al 30
Giugno 2017
i lavori della Commissione d’esame delle domande di
qualificazione ex art. 182, CNA ritiene indispensabile che aderiscano al ricorso
quanti più restauratori possibili, sia quelli che hanno partecipato al bando di
assunzione sia quelli che hanno fatto la sola domanda di qualificazione.

 

Clicca qui per avere indicazioni utili.

 

Anche nel nostro territorio ci sono
numerosi professionisti del restauro che lavorano da decenni con competenze e
professionalità non solo in ambito provinciale o regionale ma anche a livello
nazionale ed europeo. Questi professionisti attendono da tempo il
riconoscimento della qualifica di restauratore di beni culturali grazie all’esperienza
lavorativa maturata sul campo e CNA ritiene inaccettabile privilegiare il
titolo di studio all’esperienza lavorativa maturata sul campo.