Il 16 ottobre, in Senato, è stata presentata la seguente l’interrogazione n. 3-01314 al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti a firma del sen. Franco Panizza (Gruppo Misto) di cui qui di seguito diamo estratto:

 

Premesso che: 

Il decreto-legge n. 133 del 2014 (cosiddetto sblocca Italia) all’articolo 5 tratta delle concessioni autostradali e consente ai concessionari di tratte autostradali nazionali di avviare una procedura di modifica del rapporto concessorio e di predisporre un nuovo piano economico-finanziario per la stipula di un atto aggiuntivo o di un’apposita convenzione unitaria, precisando che gli interventi ulteriori rispetto a quelli previsti nelle vigenti convenzioni devono essere affidati
secondo le procedure di evidenza pubblica; in particolare, il comma 1 consente ai concessionari di tratte autostradali nazionali di avviare una procedura di modifica del rapporto concessorio articolata in due fasi e secondo una tempistica predeterminata.

 

Viene infatti previsto che, entro il 31 dicembre 2014, il concessionario possa avanzare una proposta di modifica del rapporto concessorio anche mediante l’unificazione di tratte interconnesse, contigue,ovvero tra loro complementari, ai fini della loro gestione unitaria; entro il 31 agosto 2015, è previsto che lo stesso concessionario provveda alla predisposizione di un nuovo piano economico-finanziario per la stipula di un atto aggiuntivo o di un’apposita convenzione unitaria;  in sostanza, consente una rivisitazione complessiva dei rapporti concessori attraverso la rielaborazione dei piani economico-finanziari, che potrebbe comportare una rimodulazione degli  nvestimenti programmati in conseguenza dell’unificazione di tratte connesse e complementari.

 

Considerato che: l’attuale azione di Governo è improntata al reperimento di risorse, cercando di tagliare dove è possibile, a giudizio dell’interrogante non si capisce perché, a fronte di questa necessaria e giusta attività anti-sprechi, si è rinunciato ad un aumento dell’1 o del 2 per cento del canone pagato dai concessionari autostradali allo Stato, corrispondente a diverse decine di milioni di euro; un aumento stranamente “sparito” dall’ultima versione del citato decreto; se da un lato, infatti, si rinuncia ad incassare così cospicue risorse, dall’altro, incomprensibilmente, il Governo vorrebbe imporre all’autotrasporto un taglio sul fronte del rimborso delle accise, a giudizio dell’interrogante una vera e
propria provocazione, che le imprese del settore, già duramente provate da una concorrenza dei Paesi dell’est che possono contare su costi di gestione decisamente più competitivi, difficilmente potrebbero sopportare; la CNA-Fita, Unione nazionale di imprese di trasporto, come associazione propone di mantenere il rimborso per le accise all’autotrasporto, evitando il taglio del 15 per cento, pari a circa 250 milioni di euro, previsto dalla legge

di stabilità.

 

L’Unione scrive in un comunicato: “In cambio basterebbe trasformare gli attuali 250 milioni di fondi destinati al recupero dei pedaggi per l’autotrasporto, in sconti da far erogare direttamente ai concessionari. In
questo modo il rimborso dei pedaggi non sarebbe più a carico della fiscalità  dello Stato e inoltre il vantaggio per l’autotrasporto diverrebbe immediato.

 

In altri paesi europei funziona già così e per una volta si potrebbe mutuare da loro ciò che funziona.

 

Ai concessionari autostradali ogni anno sono stati riconosciuti aumenti tariffari intollerabili. Il Governo, se deve rinnovargli e allungargli le concessioni, gli chieda il giusto canone e gli faccia erogare gli sconti ai trasportatori”, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga vantaggioso adottare la proposta avanzata dall’Unione nazionale di imprese di trasporto, e dall’interrogante condivisa, che consiste nel trasformare i rimborsi dei pedaggi autostradali, previsti per la categoria, in sconti da far erogare direttamente dai Concessionari, così come avviene già in alcuni Paesi europei, con un risparmio per la fiscalità generale di circa 250 milioni di euro all’anno.