Non si ferma la campagna che CNA sta conducendo in tutta
Italia per ottenere l’abrogazione dell’articolo 10 del  “decreto crescita” (DL 34/2019 convertito con
modifiche dalla Legge 58/2019)  lo
sciagurato provvedimento  che,  prevedendo lo sconto in fattura come modalità
alternativa per usufruire delle agevolazioni per Eco e Sisma bonus (qui,  qui
 e qui
alcuni nostri precedenti articoli sull’argomento), avvantaggia i grandi gruppi
ex monopolisti e rischia di ridurre a un ruolo del tutto marginale e subalterno
le piccole imprese.

 

In tutta Italia CNA sta organizzando incontri con
parlamentari di tutte le forze politiche per sensibilizzarli sul problema; è in
questa cornice che si inquadra l’incontro che si è tenuto lo scorso 21 ottobre
tra una delegazione di CNA Parma composta dal Presidente provinciale Paolo Giuffredi,
dal Direttore Domenico Capitelli e dal Direttivo dell’Unione Impianti con l’On. Laura
Cavandoli
che era accompagnata dal capogruppo della Lega nel consiglio comunale
di Parma Emiliano Occhi. Dapprima il Presidente Giuffredi e il Direttore
Capitelli hanno ringraziato l’On Cavandoli per la disponibilità, è poi toccato
a Artemio Bianchi, componente della Presidenza nazionale dell’Unione Impianti,
entrare nel dettaglio del provvedimento mostrandone l’insostenibilità per le
piccole imprese che rischiano di venire completamente espulse da questo mercato
a tutto vantaggio dei grandi gruppi ex monopolisti. E proprio sugli effetti
distorsivi del mercato causati da questo provvedimento che si incentrano i
ricorsi che un gruppo di piccole aziende di tutta Italia, coordinate da CNA,
hanno presentato innanzi alla Commissione Europea e all’Autorità Garante per la
Concorrenza e il Mercato (più nota semplicemente come “Antitrust”). Bianchi ha
concluso il suo intervento ribadendo che per questa norma non servono rattoppi
o interventi di maquillage, si tratta di una misura radicalmente sbagliata che
va abrogata. Sono seguiti gli interventi di diversi imprenditori che hanno
ulteriormente sottolineato, anche sulla base della propria esperienza diretta,
l’insostenibilità del provvedimento per le piccole imprese ricordando anche
tutte le altre normative fiscali – split payment, reverse charge, ritenute sui
bonifici bancari in dipendenza di interventi che usufruiscono dei bonus
fiscali, onerosità dei rimborsi Iva ecc… – che incidono negativamente sulla
liquidità delle aziende.

 

L’On. Cavandoli ha dapprima fornito alcune informazioni
aggiornate sull’iter parlamentare del provvedimento citando l’emendamento presentato
dal suo partito che accoglie completamente la tesi CNA e che propone di
abrogare il punto contestato. L’On Cavandoli ha ricordato che si trattava di
una misura voluta soprattutto dall’altro partner della coalizione allora al
governo, e le coalizioni impongono dei compromessi, ora però occorre prendere
atto – ha proseguito l’On.  Cavandoli –
che si è trattato di un errore e peraltro il provvedimento non ha nemmeno dato
i risultati attesi in materia di emersione del sommerso, giusto quindi
procedere con l’abrogazione.

 

Il confronto con l’On. Cavandoli ha poi affrontato altri
temi di interesse per la categoria, come il complessivo carico fiscale, la
troppa burocrazia che soffoca le imprese e la normativa sugli appalti,
argomento questo che, approfittando anche della presenza all’incontro di
Emiliano Occhi capogruppo Lega in consiglio comunale di Parma, è stato
affrontato anche con riguardo al mercato locale.

 

I rappresentanti di CNA hanno ribadito la necessità di una
revisione della normativa nazionale che sia in grado di tutelare le piccole
imprese del territorio imponendo una reale suddivisione in lotti e vietando
accorpamenti artificiosi, e che possa contrastare in modo efficace il fenomeno
dei ribassi eccessivi spesso offerti da imprese spregiudicate a tutto danno
delle aziende serie. Occorre però che le
pubbliche amministrazioni sfruttino anche i pur limitati spazi di manovra
offerti dalla normativa attuale per procedere in questa direzione.