La Legge di Stabilità per il 2015 trova la sua approvazione definitiva il 22 dicembre 2014, il testo prevede un  unico articolo con 755 commi contenenti  diverse misure eterogenee,  quali  il taglio del cuneo fiscale (costo del lavoro) per imprese (sgravi IRAP sulla componente lavoro) e dipendenti (Bonus IRPEF in busta paga da 80 euro), la possibilità di anticipo del TFR in busta paga, assunzioni agevolate con azzeramento per tre anni dei contributi sui nuovi contratti a tempo indeterminato, numerose novità in materia di IVA e la conferma dei bonus fiscali (eco-bonus e ristrutturazione).

 

I regimi semplificati in vigore fino ad ora vengono sostituiti  con il nuovo regime forfettario sia per  i lavoratori autonomi che per  le imprese, il nuovo strumento prevede una tassazione  ad imposta sostitutiva del 15% qualora si rispettino determinati limiti e requisiti tabellati dal provvedimento e sul quale torneremo in modo specifico.

 

Nella Manovra Finanziaria non sono previsti interventi relativi alla riforma delle pensioni, se non uno slittamento al 10 del mese per il pagamento dei doppi assegni previdenziali ed un aumento della tassazione su fondi pensione e previdenza privata.

 

Non viene confermata   l’introduzione di una tassa unica sulla casa che slitta al 2016, resteranno le due imposte TASI-IMU, ma viene  scongiurato l’aumento della TASI, che avrebbe potuto raggiungere l’aliquota del 12 per mille.

 

La legge di stabilità  prevede un ulteriore misura di contrasto all’evasione ed introduce un nuovo meccanismo   di esigibilità del tributo,  il c.d. split payment,  il sistema prevede che  il pagamento dei crediti della PA ai fornitori avvenga al netto dell’IVA, in tal modo il provvedimento non incide  sulle modalità di fatturazione e sarà l’acquirente a provvedere al versamento dell’Iva nelle casse dello Stato.

 

Si prevede per il 2015 l’estensione dell’ambito applicativo del meccanismo dell’inversione contabile, l’ampliamento  riguarda sia le prestazioni di servizi che le cessioni di beni  e non riguarda solo il settore dell’edilizia, ma anche altri settori,  si considerino, come esempio, i servizi di pulizia resi da un’impresa nei confronti di società o di studi professionali.  

 

Il legislatore ha aggiunto nel corpo dell’art. 17, comma 6, del D.P.R. n. 633/1972 la nuova lettera a – ter) avente ad oggetto le “prestazioni di servizi di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento relative ad edifici”.  

 

Non manca in coda al provvedimento la  “clausola di salvaguardia” con la quale l’IVA al 10% salirebbe al 12% nel 2016 e al 13% dal 2017 e  contemporaneamente l’IVA al 22% aumenterebbe al 24% dal 2016 per arrivare al 25% dal 2017 e al 25,5% dal 2018.  

 

Entra in vigore dal primo dell’anno , invece, l’aumento dal 10% al 22% dell’Iva sulle cessioni di pellet.

 

Viene prorogata di un anno la vecchia clausola di salvaguardia prevista dalla Legge di stabilità 2014 che prevede dal 2015 il taglio delle detrazioni, se fosse necessario – entro il 15.01.2016 – il Governo verificherà come intervenire sulle detrazioni e deduzioni se non sarà garantito il  risparmio previsto.  

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