Nessun
declino per le imprese in rosa. A
dirlo sono i numeri: 97.846 le imprese dirette da donne in Emilia Romagna, pari
al 20,9% del totale imprese registrate al 31 marzo 2013, con una percentuale di
crescita negli ultimi 5 anni del + 2,7%. L’Emilia Romagna è l’ottava regione in
Italia (con il 6,9%) per numerosità di imprese femminili sul territorio.

 

Gli
effetti della crisi si sono fatti sentire anche sulle imprese dirette da donne,
che in regione sono si diminuite rispetto al marzo 2012, ma dello 0,1%. Un calo
assai ridotto rispetto a quello ben più sensibile delle imprese non femminili
che è stato dell’1,4%. C’è stata dunque una sostanziale tenuta delle imprese
femminili che dal 2007 in Emilia Romagna sono cresciute di quasi il 3%,
compensando in parte, la perdita di oltre 14.000 imprese gestite da
imprenditori di genere maschile. Nello stesso periodo, le imprese femminili
italiane sono cresciute solo dello 0,1%, segno di come l’Emilia Romagna sia una
regione che accresce il potenziale femminile.

Da
un’analisi RED – Centro Studi Sintesi, emerge come le imprese condotte da donne
in Emilia Romagna abbiano contribuito nel 2011 alla creazione del 20,3% del
valore aggiunto regionale, pari ad oltre 25 miliardi di euro.

 

Proprio
per accrescere la competitività delle imprese in rosa associate sta lavorando
CNA Impresa Donna Emilia Romagna, in termini si strategie e strumenti, 25.000
tra titolari di impresa, legali rappresentanti e collaboratrici, che
rappresentano il 23,6 degli associati a CNA in Emilia Romagna e che nel 6,6%
dei casi sono nate all’estero. La percentuale maggiore delle imprese rosa
associate è a Rimini (9,58%); seguono Bologna (7,40%), Modena (6,66%), Parma
(6,56%), Reggio Emilia (6,19%), Imola (5,17%), Piacenza (4,71%), Ravenna
(4,40%), chiude Ferrara col 4,18%.

 

Di
come accrescere la capacità delle imprese femminili di stare sul mercato, si parlerà domani 26 luglio a Ravenna nel
corso di un work shop che seguirà l’Assemblea regionale chiamata ad eleggere
gli organi dirigenti in carica per i prossimi 4 anni.

Ma
ci sono anche altri elementi positivi, come attestano i dati CNA. Le imprese
femminili associate sono sempre meno marginali e tendono sempre più ad adottare
forme giuridiche meglio strutturate. Il 34,10% delle imprese sono Snc ed il 19,91%
Srl. Si consolidano le attività, con ormai il 50% delle imprese che ha un’anzianità
superiore ai 10 anni,  cresce la
percentuale di imprenditrici con un’età comprese fra i 30 ed i 49 anni
(46,83%), aumentano i casi di collaborazione in rete tra imprese. Aumentano
inoltre i settori in cui le donne si cimentano, settori innovativi  dall’informatica alla ricerca all’ITC,
oltreché nei servizi pubblici, sociali e personali.

 

I
numeri sono importanti, ma anche le difficoltà di fare impresa. I risultati
emersi da un’indagine nazionale effettuata su di un campione di 600
imprenditrici emerge che il 70% delle intervistate concorda sul maggior impegno richiesto alle donne per
ottenere gli stessi riconoscimenti professionali degli uomini
. Difficoltà
che per quasi la metà delle intervistate, diventa discriminazione, avvertita in
particolare all’inizio dell’attività imprenditoriale. In Italia non ci sono
molte donne nei posti di potere/decisionali, sia a causa di una cultura conservatrice del mondo
produttivo ed istituzionale che per le
difficoltà di conciliazione lavoro – famiglia.
 

 

Tuttavia,
nonostante le difficoltà ancora esistenti, è l’Emilia Romagna la regione con il
maggior numero di donne ai posti di comando, con il maggior numero di
dirigenti, e, soprattutto, con la maggior rappresentanza politica femminile.
Secondo le elaborazioni Red-Sintesi, il 28,4% degli amministratori comunali
(sindaco, assessore, consigliere) in Emilia è di genere femminile (valore
Italia 20,3%); il 26,1% a livello provinciale (valore Italia 14,8%) e il 23,8%
a livello regionale (valore Italia 14,8%).

 

Ci
sono dunque potenzialità notevoli di crescere e competere “a partire – come
sottolinea Benedetta Rasponi Presidente
di CNA Impresa Donna Emilia Romagna – dalle nostre priorità, che devono
misurarsi con le nuove esigenze di rappresentanza delle imprese di donne e
delle donne di impresa. Rafforzare la rappresentanza femminile e la sua
visibilità all’interno della CNA e della società regionale. Questo servirà a
promuovere politiche adeguate che potremo presentare anche alla consultazione
generale avviata in preparazione di un progetto di legge regionale per la
parità e contro le discriminazioni di genere. Inoltre intendiamo sollecitare
l’applicazione del protocollo nazionale di intesa firmato da Governo e
Unioncamere che prevede la costituzione di un tavolo regionale di Unioncamere
di coordinamento sull’imprenditoria femminile”.

 

A conclusione della giornata, alle ore 18
nei Chiostri Biblioteca Oriani in Piazza San Francesco, sarà inaugurata
“Women Temporary Store and Trasmission”,
l’iniziativa promossa da CNA Impresa Donna Emilia Romagna e CNA di Ravenna, che
fino al 28 luglio si propone di far conoscere e promuovere le competenze
femminili e far conoscere al pubblico le produzioni di 9 imprese femminili
della Romagna.