Giovedi 22 ottobre, presso la CNA di Parma, si è tenuto un focus molto interessante fortemente voluto da Rosa Abeli, Presidente CNA Federmoda
Parma, che ha coinvolto diverse realtà d’Italia: l’Associazione Tessile e Salute di Biella, il Consorzio Umbro Arianne e alcuni allevatori di alpaca della nostra
regione e provincia.

 

All’incontro erano presenti anche Stefania Gamberini,
Responsabile CNA Federmoda Emilia Romagna ed Angelo Cornacchione, Presidente dell’ufficio CNA di Parma e membro di una rete tra imprese nel settore delle pulizie.

 

Si parte dalla considerazione che una filiera tracciata,
senza impiego di sostanze nocive, è l’arma per aumentare la competitività e
conquistare nuovi mercati e nuovi consumatori, attenti all’aspetto etico e
sostenibile. La certificazione consente ai compratori di valutare e scegliere i
prodotti tessili anche sulla base di caratteristiche qualitative e produttive
che garantiscono la salute del consumatore.

 

Recenti
studi svolti dall’Osservatorio Nazionale delle Dermatiti da Tessuti, coordinato
dalla Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale Ambientale
(SIDAPA), hanno evidenziano il rischio chimico correlato ai prodotti tessili.
In particolare, si evidenzia un aumento rilevante delle patologie cutanee da
contatto tessile con una prevalenza ancora sottostimata nella popolazione
generale.

 

Ad
introdurre i lavori è stato Mauro Rossetti,
Presidente dell’Associazione Tessile e Salute il quale vede nella trasparenza
dei processi di trasformazione dell’articolo tessile privo di sostanze chimiche
pericolose quel valore aggiunto, la leva di promozione della filiera del Made
in Italy da utilizzare sui mercati esteri dove la sostenibilità costituisce uno
dei più importanti fattori di scelta.  

 

Antonini Marco, ricercatore che opera
su fibre vegetali e animali e membro del Consorzio Umbro Arianne è intervenuto
testimoniando l’opportunità di unire le forze per la riattivazione di
filiere tessili ormai perdute, promuovendo una nuova visione del mondo del
tessile abbigliamento più legato ai territori di produzione.  Quindi alcuni allevatori di alpaca della
Regione Emilia Romagna e della nostra provincia hanno raccontato quella che da
una loro passione con il tempo è diventata il loro lavoro focalizzandosi sull’importanza
del fare rete operando in un nuovo modo capace di integrare monte e valle della
filiera stessa.  

 

Ha poi preso la parola Rosa Abeli, Presidente CNA Federmoda
Parma, titolare di una sartoria da circa 30 anni e che per prima ha creduto e portato
avanti questo progetto organizzando diversi incontri nel corso dell’ultimo anno
su Parma e provincia coinvolgendo anche l’Istituto Professionale IPSIA di Parma
(sezione moda). Ciò che emerge è la volontà di promuovere la cultura della
prevenzione nei consumatori, per questo è importante parlare di questo tema anche
ai giovani nelle scuole – ribadisce Rosa – attivando una rete di contatti nel
settore tessile, della sanità, dell’istruzione ai fini di ampliare ed
incrementare la campagna di sensibilizzazione.

 

Sandra Rossi, psicologa e consulente d’impresa per le risorse
umane, si sofferma sulle criticità
per il consumatore affermando che il 7-8% delle patologie dermatologiche è
dovuto a quanto indossiamo e nel 100% dei casi in cui è stato possibile
individuare i capi causa di patologie si è trattato di capi di importazione. E’
importante promuovere una campagna informativa per ridurre i rischi e i danni
nel consumatore e lavoratore. 

 

Stefania Gamberini, Responsabile CNA
Federmoda Emilia Romagna ritiene fondamentale lavorare su questi temi con un
progetto regionale.

 

Angelo Cornacchione,
Presidente dell’Ufficio di CNA Parma e membro di una rete tra imprese nel settore delle
pulizie.

 

Il focus si è quindi concluso nel primo pomeriggio con l’obiettivo
di operare in rete fra diverse realtà per un nuovo modo di proporre il sistema
italiano della moda inteso nella sua accezione ampia di integrazione monte e
valle della filiera, che ne comunichi la sostenibilità etica, sociale e
ambientale facendone un’arma per conquistare nuovi consumatori e nuovi mercati
attenti all’aspetto sostenibile ed etico.