Esattamente un mese fa veniva presentato il quarantanovesimo rapporto
annuale Censis sulla situazione del Paese che dipingeva l’Italia, finalmente,
in testa a diverse comparazioni con gli altri stati europei rispetto il mondo
del lavoro e della professione.

Per esempio l’Italia ha il più ampio numero di
giovani lavoratori autonomi tra i principali Paesi europei: nella fascia di età
tra i 20 e i 34 anni sono 941.000, quasi 100mila in più risetto gli inglesi e superiamo
di oltre 400mila i tedeschi. L’Italia può contare anche su un numero di
“potenziali” startup in continuo fermento: il 15% dei giovani italiani (dai 16
ai 30 anni) afferma di voler avviare un’impresa nei prossimi anni. E sono circa
7mila i giovanissimi titolari d’impresa in più rispetto a cinque anni fa, con
una crescita superiore al 20%.

Per capire meglio in che modo Parma si stia
posizionando rispetto questo mutamento CNA ha chiamato all’appello tutti i
giovani imprenditori del territorio e, attraverso un questionario ideato da Chiara Allegri, Presidente provinciale dei
Giovani Imprenditori CNA
, insieme a tutto il direttivo, ha voluto
fotografare questo “cambiamento in corso” cercando di individuare, inoltre, il
modo in cui si muovono i giovani della nostra provincia che decidono di fare
impresa.

 

<Chiara Allegri – che il titolo scelto
per il capitolo dedicato al lavoro del Rapporto Censis 2015 riporti la stessa
ottimistica definizione che da tanto tempo accompagna numerose attività e i
progetti di CNA Giovani imprenditori: “impresa possibile”. Con il nostro
sondaggio, che non è stato rivolto soltanto alle startup, né alle giovani
imprese, ma letteralmente ad ogni tipologia di impresa condotta da un giovane,
vogliamo misurare quanto nella nostra area territoriale questa affermazione sia
vera. Quanto l’impresa sia davvero
possibile. Il fine è mappare le reali esigenze dei giovani imprenditori, in
modo da costruire in futuro eventi, collaborazioni, opportunità che realmente
servano alle giovani imprese del nostro territorio>>.

 

<Andrea Mareschi, Responsabile Comunicazione
CNA – composto da oltre quattrocento imprenditori, artigani,
professionisti, commercianti che hanno liberamente deciso di aderire alla
mappatura di CNA rispondendo anonimamente al sondaggio diffuso via internet
attraverso il sito dell’Associazione e dai media locali che hanno sostenuto
l’iniziativa, non ha valore scientifico ma è fortemente indicativo rispetto allo
stato d’animo e ai bisogni dei nostri giovani imprenditori, indicazioni che
possono essere lette trasversalmente per ogni campo di attività e che ci
saranno preziose per definire meglio le nostre strategie per il prossimo
futuro”.

 

I dati
della mappatura.
Ciò che emerge con forza è un sentiment positivo del giovane
imprenditore: circa 3 imprenditori su 4 si dichiarano soddisfatti
dell’andamento della propria impresa (il 73% ha risposto positivamente alla
domanda “Come sta andando la tua impresa?”). Andamento positivo dovuto
principalmente all’abilità di essere riusciti a individuare il mercato più
adatto (43%) e alla bontà dei propri prodotti/servizi (35%).

Sono due le caratteristiche ritenute di maggior importanza per un
imprenditore, che insieme raccolgono la metà dei consensi “Capacità di leggere
i bisogni del mercato” (31%) e “Aggiornamento tecnico costante” (19%).

Rispetto ai bisogni prioritari si registrano le maggiori preferenze
per “Incontri, eventi, corsi specializzati rivolti a imprenditori” (38%), “Eventi
sociali per fare rete con altri imprenditori” (35%) e “Comunità (vantaggi
dall’appartenenza a un gruppo professionale forte e radicato nel territorio)” (32%).

Circa 6 imprenditori su 10 sostengono di partecipare con regolarità a
incontri o eventi, prevalentemente workshop (45%) e eventi con ospiti di
rilievo (29%).

Per quanto riguarda l’innovazione soltanto 1 su 10 afferma di avere
già attivato un percorso, mentre per il 75% resta un bisogno prioritario da
affrontare, il restante 15% non pone questo bisogno tra le priorità del breve
periodo. In merito all’internazionalizzazione, sono 3 su 10 gli imprenditori
che hanno già avuto esperienza di business con l’estero, mentre tra chi non ha
ancora avviato il proprio percorso sono più della metà (56%) coloro che lo
pongono come obiettivo futuro.

Rispetto l’avvio di impresa, solo 1 su 10 afferma di essersi avvalso
di competenze specialistiche per lo startup della propria attività.

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