Oltre 60 imprese dei settori impianti, legno ed arredamento
associate alla CNA hanno avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione
Europea ed all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato affinché venga
accertata l’illegittimità dell’art. 10 della L. 58/2019, meglio conosciuto come
DL Crescita per violazione del diritto comunitario e/o nazionale della
concorrenza.

 

Il problema lo avevamo già segnalato in questo precedente
nostro articolo:
si tratta della possibilità, per il soggetto che ha diritto alle detrazioni, di
poter scegliere invece del loro utilizzo diretto, un contributo anticipato di
pari importo come sconto su quanto dovuto all’impresa che effettua l’intervento
di riqualificazione energetica o di adozione di misure antisismiche.

 

Una misura che, scaricando direttamente sull’impresa gran parte
dell’onere finanziario derivante dal costo dell’intervento, rischia di tagliar
fuori da questo mercato le aziende
artigiane e le piccole imprese del settore, a tutto vantaggio di grandi imprese
e multiutility.

 

Speravamo che nell’iter parlamentare del decreto legge questa
previsione venisse cancellata ma così purtroppo non è stato e anche la modifica
introdotta in sede di conversione (la facoltà, per l’impresa che segue l’intervento
per sconta in fattura l’importo della detrazione di cedere a sua volta il
credito di imposta a un proprio fornitore) è ben lungi dal potersi considerare
soddisfacente.

Ci siamo dunque trovati costretti a percorrere altre strade: “L’increscioso
balletto sulla pelle delle imprese cui abbiamo assistito in Parlamento –
ha
dichiarato Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione Impianti – ci
ha convinto ad attivarci autonomamente per sopperire agli errori della politica
che, nonostante le roboanti dichiarazioni in campagna elettorale, non sembra
assolutamente comprendere le ragioni delle piccole imprese. D’intesa con la
Confederazione
– prosegue il Presidente degli impiantisti CNA – ci siamo
attivati per ricorrere sia all’AGCM che alla Commissione Europea per ottenere
la cancellazione dell’articolo 10 che riteniamo uno smaccato tentativo di
favorire la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle
mani di pochi operatori, con conseguente alterazione della concorrenza
rappresentando un indebito aiuto di stato per le grandi imprese a danno delle
piccole e medie
”.

 

I lavori di efficientamento energetico registrano volumi
rilevanti. Nel 2017, secondo il Rapporto ENEA, sono stati realizzati 422.000
interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente che
hanno usufruito dell’Ecobonus per circa 3.700 milioni di euro di investimenti
attivati e l’anno scorso il volume è stato di 334.000 mobilitando 3.300 milioni
di euro. “Se la volontà del Governo è quella di regalare questo mercato, che
oggi vede protagoniste le piccole imprese, a qualche multiutilities o ad ex
monopolisti nostalgici del passato
– ha sottolineato Battipaglia – noi
non ci stiamo e non lasceremo nulla di intentato per far abolire una norma
iniqua, che nei fatti mira a subordinare il tessuto della piccola impresa alle
logiche ed agli interessi delle multiutilities nazionali e locali e che uccide
la concorrenza
”.

 

“Lo sconto in fattura è uno scandalo e una
mancanza di rispetto verso chi tutti i giorni con il proprio lavoro
contribuisce anche al bene di questa nazione”, ha sottolineato
Mauro
Sellari, Componente Presidenza CNA Produzione Nazionale, “in questo
provvedimento di crescita ne vedo poca, però si mette ancora una volta in
difficoltà il sistema delle piccole e micro imprese”.

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