Elisa Bertaglia | Ludmila Kazinkina | Agnese Skujina

COME SOPRA, COSÌ SOTTO

 

di Chiara Serri

Come sopra, così sotto. Parole incise sulla Tavola di Smeraldo, testo sapienziale rinvenuto – secondo la leggenda – in Egitto, prima dell’era cristiana. Dal «quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius(1)» di Ermete Trismegisto, padre dell’Ermetismo, una mostra di Elisa Bertaglia, Ludmila Kazinkina ed Agnese Skujina che, attraverso il confronto diretto di tre artiste provenienti da diverse culture, si propone di indagare gli strati profondi della pittura, dove la materia è memoria (2), l’esperienza personaleeco di un vissuto collettivo, di un eterno fluire disseminato di forme simboliche e archetipe.

 

Punto di forza del progetto, la presenza di sei opere su carta realizzate dalle tre pittrici in momenti successivi, uno strato dopo l’altro. Accettando la sfida lanciata dalla Galleria Loppis OpenLab, Bertaglia, Kazinkina e Skujina si sono messe in gioco con grande disponibilità, offrendo il proprio lavoro alle colleghe ed intervenendo sulle loro ricerche.

 

Passaggio dopo passaggio, a volte in punta di piedi, a volte con maggiore vigore, aggiungendo, togliendo o capovolgendo la tavola, alla ricerca di un equilibrio finale, per preservare i segni già riportati sul foglio innervandoli, però, di nuovi significati.

 

Il risultato? Opere autonome nelle quali sono certo riconoscibili alcuni elementi che appartengono a singole poetiche (il monolite, l’airone, la figura sottile, il gatto, la natura sublime), ma immersi in una comune atmosfera, in un paesaggio d’impronta nordica privato di riferimenti spazio-temporali. Immagini oniriche, a volte surreali, che richiamano il vivere secondo natura, la riappacificazione con la parte istintuale dell’essere, la ricerca delle proprie radici.

 

Composizioni liquide, vibranti, in cui il sopra e il sotto si specchiano, l’orizzonte è incerto, l’elemento figurale (una mano, un albero, una panchina) bilanciato da una pittura di macchiache tende ad annullare i piani prospettici rendendo ogni elemento presente, senza gerarchie suggerite o chiavi di lettura primarie.

 

Colori prevalenti: il grigio di Ludmila Kazinkina e l’ocradi Elisa Bertaglia, arricchiti da iniezioni di giallo, rosso, verde e celeste, riferibili soprattutto al lavoro di Agnese Skujina, la cui tavolozza presenta una maggiore estensione cromatica.Dal lavoro comune, alla ricerca individuale che, grazie anche al costruttivo confronto con le opere delle altre artiste, presenta alcune interessanti novità.

Elisa Bertaglia (Rovigo, Italia) espone un’opera a tecnica mista di grandi dimensioni ed alcune carte più piccole in cui, accanto al segno raffinato che caratterizza il suo lavoro, si riscontrauna rinnovata attenzione per la pittura. Velature di colore e materia grassa alternata a materia magra per dare corpo a forme acquatiche che rivelano una maggiore capacità tonale. Visioni duplici della natura, madre e matrigna, “abitata” da animali simbolici e bambini in procinto di tuffarsi, metafora del difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Ludmila Kazinkina (Kaluga, Russia) presenta due grandi opere ad olio su tela ed alcune carte a tecnica mista di piccole dimensioni, tutte realizzate nel 2015. Una nuova fase di ricerca che, dopo la marcata prevalenza di un grigio ottundente, apre ora al colore. In parte private dei consueti riferimenti spaziali (la stanza claustrofobica delle prime opere), le sue figurefemminili, sempre diafane ed eleganti, muovono in spazi indefiniti, mentre i loro corpi si sciolgono lentamente in un fondo di terra e d’acqua, in un humus fertile che raccoglie storie ememorie.

Agnese Skujina (Limbazi, Lettonia), per finire, partecipa alla mostra con un acrilico su carta digrandi dimensioni, quattro opere di medio formato ed alcune carte più piccole realizzate nel2014. Sovrapposizioni di colore liquido, casualità veicolata, paesaggi incontaminati in cui si esplica l’epifania di una natura sublime. Visioni possibili ma, allo stesso tempo, evanescenti,filtrate dalla fantasia e dal ricordo. Opere estremamente ricche di colori e dettagli che, a poco a poco, hanno eroso la figura umana sino ad annullarne la presenza, per lasciare campo adalberi, fili d’erba e specchi d’acqua.
Ricerche diverse, percorsi paralleli, culture lontane accomunate, tuttavia, dal profondo interesse per la natura, per il lato libero, selvaggio dell’essere umano, tra realtà, sogno edimmaginazione.

1 Trad. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso.2 Henri Bergson, Matière et mémoire, 1896.

 

Loppis Galleria

Via La Spezia 90, 43125 Parma